Archi-gioielli scaturiti dal riutilizzo: SO-LE by Maria Sole Ferragamo
Cos’ è oggi, lusso? Cosa si può definire davvero tale? L’estetica dell’esclusivo non può prescindere ormai dal processo di lavorazione, dall’etica produttiva, da nuovi concetti creativi che disinquinano il sogno dallo smog della penalizzazione ambientale.
Maria Sole Ferragamo ha dato una luce nuova alla definizione di Upcycle, che vuole trasformare pezzi di materia dimenticati in nuovo e nobilitante oggetto del desiderio. Un riutilizzo mirato, guidato dall’estro.
Scorre nelle vene il sangue del nonno, che in tempi di autarchia elesse il sughero a materia elettiva per creare i sandali Rainbow; sopra questa genetica si è innestata la laurea in architettura al Politecnico seguita dal Master in design e gioiello alla Central Saint Martin’s di Londra, dove ogni seme di genialità germoglia.
E infatti, dall’anima di Maria Sole sono sgorgati archi-gioielli in cui ogni parte deriva da pezzi di materia senza destinazione d’uso.
Esclusivamente etico, lussuosamente unico
Questo è lusso, nell’accezione moderna del termine che contempla anche la filosofia sottostante. Niente pleonasmi, ma autenticità. Non a caso il motto di Maria Sole è “il bello è lo splendore del vero, attinto non a caso da Platone.
I suoi archi-gioielli sono puristi eppure articolati, seguono meccanismi naturali come gli orecchini Tirabaci, che somigliano a molle di acciaio eppure hanno la leggerezza di una foglia. O i bracciali rigidi che diventano elastici, le collane gorgiera, tutte create secondo la logica dell’upcycling.
L’incipit è stata la scatola regalata a Maria Sole dalla mamma, a nove anni: dentro c’erano perle, filo di rame e un paio di pinzette.
“Da allora non mi sono più fermata”.





Negli archi-gioielli di SO-LE la longevità diventa un valore
In questo modello che sviluppa i gioielli su proporzioni tratte dal mondo dell’architettura e impernia la produzione sul riutilizzo vale la logica qualitativa.
Il messaggio di Maria Sole è anche antropologico: quella del pregio e del peso è solo un’illusione, in realtà i pezzi sono leggerissimi e costruiti con materiali di scarto.
Per questo, nelle aspirazioni di Maria Sole ci sono collaborazioni con il mondo dell’arte e della moda. Anche se ogni anno escono due collezioni, rimangono i pezzi antologici, variati in colore e finiture. Pelle, ottone, materiali vari diventano pezzi di un’unica anima, assemblati in Toscana mentre gli uffici creativi sono a Milano.
Le parole chiave di SO-LE Studio? Longevità, dinamismo, versatilità, leggerezza e un sottile senso di provocazione. E il successo è, appunto, un participio passato: New York Times, Wallpaper, AD, Vogue, M le Monde, Madame Figaro, WWD, Harper’s Bazaar hanno già espresso il loro placet.