Carefin24

La vitamina C, preziosa per la protezione delle cellule (e della giovinezza)

La vitamina C, preziosa per la protezione delle cellule (e della giovinezza)

La vitamina C non è solo parte del patrimonio antiossidante dell’organismo, con cui combattiamo le ROS (Reactive Oxygen Species) fra cui i radicali liberi, responsabili di malattia e invecchiamento. Fa ben di più.
La vitamina C è preziosa anche per la protezione delle nostre cellule. 
Essa aiuta i globuli rossi a essere elastici, protegge l’intestino, imbriglia i radicali liberi in eccesso. 

Per approfondire l’aspetto nutraceutico, abbiamo interpellato un esperto, Mauro Miceli, biochimico, nutrizionista, docente del corso di laurea in tecnologie di laboratorio biomedico dell’Università di Firenze.

 

Secoli fa l’uomo la sintetizzava dentro il suo corpo, come parecchi animali.

Specie come anfibi, rettili, alcuni uccelli e taluni mammiferi possono sintetizzare vitamina C a partire dal glucosio. Dipende tutto da un enzima, L-gulono-g-lattone ossidasi, che trasforma il glucosio in acido ascorbico e che gli esseri umani hanno smesso di sintetizzare, insieme a poche altre specie, circa 61 milioni di anni fa.  La vitamina C ha infatti una struttura in sei atomi di carbonio, simile a quella del glucosio e chimicamente è denominata come acido ascorbico

La mancanza di vitamine rende il corpo suscettibile dall’attacco di alcune infezioni

Ai principi del secolo il grande biochimico Casimir Funk, studiando la vitamina B1, coniò il termine “vitamine per indicare sostanze che, pur essendo presenti in quantità minime negli alimenti e assenti o presenti in quantità insufficienti nell’organismo che le utilizzano, sono indispensabili per il mantenimento delle attività vitali;  in particolare riscontrò che la B1,  B2, C e D erano necessarie per la salute umana e che contribuivano al funzionamento del sistema ormonale. Il suo lavoro ha portato, fra le altre cose, alla prevenzione dello scorbuto dovuto alla carenza di vitamina C.

La mancanza di una particolare vitamina porta alla fine a una particolare malattia nutrizionale”, ha scritto Funk. “Tuttavia, molto prima che questa malattia da carenza diventi evidente, una carenza di una o più vitamine può—e di solito lo fa—dare origine ad alcuni cambiamenti tissutali che abbassano la resistenza generale del corpo rendendolo suscettibile all’attacco di alcune infezioni.”
Funk era già vicino all’idea di network virtuoso che porta queste sostanze essenziali, le vitamine, a svolgere un ruolo cruciale nelle funzioni vitali di ogni organismo. 

Protezione delle cellule: come la vitamina C blocca l’attacco dei radicali liberi

A metà del secolo, verso il 1940, un altro grande scienziato, il (doppiamente) premio Nobel per la chimica Linus Carl Pauling, studiò con dovizia di particolari la vitamina C e le sue proprietà. 

Il suo studio era di doppia natura, riguardava l’ossigeno e i radicali liberi: in particolare Pauling affermò che la vitamina C ha la facoltà di bloccare i radicali liberi dell’ossigeno in eccesso, ergo la fonte primaria del nostro invecchiamento e una delle cause principali di ossidazione cellulare nonché di danno al DNA. 
Rimase aperto il dibattito all’interno della comunità scientifica su un’affermazione molto forte di Pauling in merito alla capacità della vitamina C di prevenire alcuni tipi di tumori, proprio grazie alla sua attività antiossidante. 

Un essenziale componente del potentissimo network antiossidante

Per capire il valore della parola “antiossidante”, bisogna prima spiegare qual è il pericolo legato all’ossidazione cellulare. Ossidazione viene da “oxus”, che in greco antico significa aceto di vino, cioè vino acido. Il vino diventa acido quando resta esposto troppo tempo all’aria, ossidandosi. 
Un po’ come fa la mela quando diventa nera a contatto con l’aria.
Di conseguenza, ossidarsi, significa “diventare acidi”.  

L’ossigeno, che introduciamo attraverso la respirazione, è fondamentale per la nostra vita metabolica e per produrre energia. Però, circa l’1% di quello che consumiamo viene convertito in Specie Reattive dell’Ossigeno o ROS. A questa aliquota “fisiologica” di ROS bisogna poi aggiungere il carico da 90: radiazioni solari, inquinamento, stress, farmaci, fumo, sono tutti fonte di radicali liberi. 
Il nostro corpo per proteggersi schiera un sistema antiossidante piuttosto poderoso ma spesso lo squilibrio fra radicali liberi e antiossidanti a sfavore di questi ultimi crea un meccanismo di stress ossidativo dannosissimo per il nostro corpo (e anche per la nostra giovinezza).

Infatti, l’ossidazione cellulare produce infiammazione e da essa patologie degenerative, anche gravi. 
Il sodalizio fra vitamina C e vitamina E, indispensabile per la protezione delle cellule

I nostri tre moschettieri antiossidanti sul podio sono in primis un composto denominato Glutatione, poi 2 enzimi rispettivamente Superossido Dismutasi (o SOD) e Catalasi ma la vitamina C si difende bene: rappresenta infatti uno dei più potenti antiossidanti nel network a nostra disposizione.

Purtroppo, come sopra detto, dobbiamo introdurla dall’esterno perché il nostro corpo non la produce 
La vitamina C fa parte del famoso “network antiossidante” di cui fanno parte la Vitamina E, il Glutatione, l’Acido Lipoico, il Coenzima Q10 (nelle forme ossidata e ridotta, rispettivamente ubichinone e ubichinolo) e i Carotenoidi. 

L’azione combinata di vitamina C, vitamina E e glutatione rappresenta uno scudo per le nostre cellule. La vitamina E blocca addirittura un tipo insidioso di radicali, di natura lipidica, in grado di superare le barriere cellulari: purtroppo, nel bloccarli diventa essa stessa un radicale e ha bisogno della C sotto forma di ascorbato per essere smaltita, che a sua volta viene rigenerata dal network antiossidante pocanzi menzionato. 

Fondamentale per la biosintesi del collagene
I nostri tessuti si rigenerano grazie al collagene. Esso viene sintetizzato da due amminoacidi che compiono la trasformazione in idrossilisina e idrossiprolina. A rendere possibile questa trasformazione è la vitamina C. Grazie ad essa è quindi possibile la biosintesi del collagene. 

Fondamentale nella sintesi della carnitina
La vitamina C interviene nella sintesi della carnitina, un derivato amminoacidico che svolge un ruolo importante nel metabolismo dei lipidi, facilitando la trasformazione del grasso in energia e che facilita la combustione dei grassi durante l’esercizio fisico. 

Fondamentale per la sintesi di noradrenalina e per l’assorbimento del ferro
Inoltre, la vitamina C interviene nella sintesi di noradrenalina, un importante neurotrasmettitore nonché ormone essenziale nel modulare la risposta allo stress.  

Essa permette inoltre l’assorbimento del ferro. Le verdure apportano ferro in stato trivalente, quindi non solubile: è necessario liberarlo da questa condizione e ridurlo a bivalente per essere biodisponibile. La vitamina C è in grado di attivare questa riduzione, così come l’acido citrico, e mantenerne lo stato fino al suo completo assorbimento.

La vitamina C favorisce inoltre l’elasticità del globulo rosso ovvero la sua reologia. 
Una volta si pensava che globulo rosso portasse solo ossigeno: invece è una metro, porta dentro 20 passeggeri. Chi sono? Cortisolo, ormoni maschili, ormone tiroideo, ATP, carnitina, creatina, SAMe  (s-Adenosil Metionina), vitamina B6, glutatione ridotto e anche la vitamina C. 
Quando il globulo perde la sua elasticità, non può più superare le curve dei microvasi, soprattutto a livello dei capillari, e non riesce perciò a raggiungere i tessuti dove deve rilasciare, oltre all’ossigeno, tutte le sostanze che trasporta.  Ad aiutarlo contribuiscono due sostanze: la creatina e la vitamina C, poiché entrambe migliorano la sua elasticità e la sua capacità ad “incurvarsi” dentro il letto capillare

La vitamina C aiuta il microbiota (ovvero l’intestino)

Condizioni di infiammazione intestinale e disbiosi sono spesso accompagnate da uno stato di ossidazione sbilanciato.  Il circolo vizioso che si crea è il seguente: il microbiota inizia a produrre molecole che favoriscono l’infiammazione che a sua volta induce le cellule intestinali a emettere segnali che aumentano il livello di ossidazione del tessuto. Tutto questo porta ovviamente a una progressione infiammatoria ovvero a una malattia metabolica. Dal lume intestinale il problema si sposta all’intero organismo, scatenando una reazione infiammatoria che da localizzata può diventare anche sistemica. Una barriera intestinale poco solida è infatti un elemento che hanno in comune moltissime patologie che interessano l’intero organismo come diabete, malattie autoimmuni, obesità, etc. 

Alcuni ricercatori hanno studiato gli effetti della supplementazione della Vitamina C in modelli di disbiosi intestinale e scarsa attività anti-ossidante e hanno notato che la quantità di ossigeno nel tessuto e il rapporto tra batteri patogeni e benefici miglioravano. Questi effetti positivi erano accompagnati anche da una ricostituzione della funzionalità della barriera intestinale e addirittura da una riduzione dell’infiammazione sistemica

Quanta e come assumere la Vitamina C?

er quanto concerne il dosaggio questo è strettamente dipendente dallo stile di vita del singolo soggetto ed è direttamente correlato al suo “status ossidativo” condizionato principalmente da alimentazione, fumo di sigaretta, attività fisica intensa e, fattori da non trascurare, inquinamento ambientale e alimentare.
Mediamente per un soggetto adulto sono raccomandate dosi comprese fra 80 e 150 mg, ma tali dosaggi possono decisamente aumentare in relazione alle condizioni appena descritte.

È importante notare come la capacità di assorbimento intestinale diminuisca all’aumentare della dose assunta a causa una saturazione dei trasportatori dell’acido ascorbico presenti a livello intestinale: mentre con una dose compresa fra i 90 e i 200 mg ne viene assorbita una quantità variabile fra il 70 e il 98%,  quando ne vengono somministrati oltre i 1000 mg la quota assorbita può scendere anche sotto il 30%, ragion per cui si rende necessaria una formulazione a rilascio lento che possa garantire sempre un adeguato livello della vitamina C nel sangue al fine di apportare il giusto quantitativo a livello dei tessuti. Questo anche perché a dosaggi maggiori la vitamina C, essendo idrosolubile, viene eliminata a livello renale e quindi perduta di fatto.

Da menzionare che, in tale contesto, risultano vantaggiose le formulazioni spray intra-orali o sublinguali in soluzioni colloidali, che garantiscono la massima biodisponibiltà della vitamina, cioè la reale quota in grado di essere utilizzata a livello cellulare; inoltre la possibilità di effettuare erogazioni durante l’arco della giornata assicura anche un adeguato livello di vitamina C nel nostro organismo per garantirne un costante effetto protettivo. 

Picture of Monica Camozzi

Monica Camozzi

POTREBBE INTERESSARTI