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Nutraceutica: il business del futuro

Nutraceutica: il business del futuro

Il benessere, la salute, ci sono quando il nostro organismo è in equilibrio. In termini scientifici questo equilibrio si definisce omeostasi
Purtroppo, stress, inquinamento, impoverimento degli alimenti, spezzano questo equilibrio. 
Se consideriamo che gran parte della nostra salute dipende da fattori ambientali, come la scienza epigenetica ha scoperto negli ultimi 15 anni, comprenderemo che le carenze nutrizionali rappresentano un fattore cruciale
L’integrazione è diventata una prassi necessaria, non più un vezzo. 

Il boom della nutraceutica

E i numeri lo dimostrano: secondo l’ultimo rapporto internazionale dedicato al settore dall’Ufficio studi Mediobanca fra il 2008 e il 2020 (Nutraceutica e novel food: tra salute e sostenibilità)  il mercato della nutraceutica è cresciuto più di tutti gli altri, triplicandosi da 1,3 a 3,8 miliardi. Trend che è proseguito nel 2021, con un nuovo incremento del 4,5%. 
Nel 2020 gli integratori alimentari hanno rappresentato il 12,7% delle vendite complessive delle farmacie. L’Italia ha inoltre messo a segno un primato europeo per i consumi di questi prodotti,  con un mercato stimato nel suo complesso attorno ai 14,6 miliardi di euro nel 2020 pari al 26% del totale.

Nell’ottica mondiale, questo mercato nel 2021 valeva 500 miliardi di dollari, destinati a diventare 745 nel 2027 con una crescita del 7% circa l’anno. 

Cosa sono i nutraceutici?

La nutraceutica è il crocevia fra la nutrizione, da cui dipende il 70% e forse più della nostra salute e la farmaceutica. 
Per spiegarvi bene cosa sono e perché sono importantissimi, dobbiamo prima fare un piccolo excursus, guidati da un vero esperto in materia, il professor Mauro Miceli, laureato in farmacia e scienze biologiche con specializzazione in bio chimica clinica e coautore di oltre 30 pubblicazioni scientifiche indicizzate su Pubmed.

“Quando al nostro corpo diamo sostanze che fanno parte della sua fisiologia, a dosi superiori esse diventano nutrizionali ad azione farmaceutica. Ad esempio, possono essere sostanze che fanno parte della fisiologia della cellula ma anche sostanze naturali che non fanno parte della vita cellulare”.

Ad esempio i bioflavonoidi: non sono nel nostro organismo, ma assumendo pomodori, o altri alimenti che li contengono e per questo detti “funzionali”, li “importiamo” e diventano fito nutrienti
Quando sono estratti e/o concentrati a specifiche dosi diventano nutraceutici. 
“Se prendiamo l’alimento pomodoro con il licopene, i carotenoidi in essi contenuti sono sostanze ad azione nutraceutica”.

Nutraceutica: il business del futuro

Alcuni alimenti funzionali che diventano nutraceutici

Il riso rosso fermentato è un alimento funzionale: nella medicina cinese veniva usato  per la riduzione degli eventi cardio vascolari. Si è scoperto che contiene la monacolina K, una statina efficace per combattere il colesterolo
Il suo estratto diventa nutraceutico. A seconda del dosaggio, la risposta funzionale è sempre più potente. 

Il sulforafano è un composto che si ottiene dalla crucifere, ovvero broccoli, cavolfiori. Con aggiunta di licopene, tratto dai pomodori, ne traiamo uno dei più potenti antiossidanti a nostra disposizione. Esso, secondo la recente letteratura, risulta utile per controllare il livello dei lipidi e del colesterolo ed evitare che questo subisca modifiche come ossidazione e glicazione, che potrebbero portare a patologie. Inoltre, i germogli di broccoli contengono vitamine, acido folico, minerali come calcio, ferro e potassio e una ampia quantità di antiossidanti (carotenoidi, flavonoidi, clorofilla e glucosinati). 

Che differenza c’è con i farmaci?

I nutraceutici prendono i principi degli alimenti funzionali e li dosano restando a metà fra farmaco tradizionale e nutrizione”. 

Prendiamo ad esempio i mirtilli e i bioflavonoidi che vengono estratti per l’insufficienza venosa in una certa concentrazione: gli studi hanno dimostrato un’efficacia nella protezione dei vasi sanguigni e un beneficio apportato alla circolazione periferica. E infatti, sono diventati farmaci. 

“In questo momento, pare ci sia una totale rivalutazione del potere curativo delle piante, che la farmacia ha sempre trasformato in preparati efficaci. Sta nascendo una farmacia naturale scientifica, consolidata dall’esperienza della fitoterapia e delle piante medicinali. Del resto i farmaci, fino alla Seconda guerra mondiale, avevano origine naturale. Le sostanze che provengono dalla natura, per proprietà dimostrate sulla base di studi e in base alla formulazione, nonché alla concentrazione, spesso diventano prima fitoterapiche e poi medicinali”.

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Monica Camozzi

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