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Marazzato, innovazione sostenibile dal 1952

Questione di vision, di lungimiranza, di prospettiva. Perché ci vuole coraggio e fiuto imprenditoriale per cambiare il core business di un’azienda sana e dal futuro roseo. Oggi quella piccola impresa nata per “gemmazione” dalla grande Ivrea Olivettiana con l’insediamento vercellese della Chatillon fattura 95 milioni di euro ed è punto di riferimento nel settore rifiuti speciali e bonifiche per tutto il Nord Ovest italiano e non solo.

 A raccontarci la Storia della “sua” Marazzato è Alberto, Direttore Generale dell’omonima azienda assieme ai fratelli Luca e Davide. «Se oggi siamo giunti alla terza generazione della nostra impresa è grazie al nonno, Lucillo, che ha avuto l’intraprendenza di passare dal settore dei trasporti, dopo aver dato vita nel 1952 alla Marazzato Lucillo assieme a Luigi Tormena, a quello ambientale durante la cosiddetta crisi petrolifera – rivela con orgoglio Alberto Marazzato Un campo totalmente nuovo per gli anni Settanta e non sempre visto come “orgoglio” di impresa.

 Questa intuizione rivoluzionaria, abbracciata poi in toto da mio padre Carlo, ci ha permesso di diventare punto di riferimento in questo campo dell’area provinciale vercellese prima e dell’intero Nord ovest poi».

 Già, perché dopo aver finalizzato nel 1994 la realizzazione della nuova sede di Borgo Vercelli, corredata da officina interna, 3 capannoni per il ricovero dei mezzi e uffici amministrativi contemporaneamente la Marazzato ha visto l’apertura di nuove filiali ad Aosta, Torino, Biella e Casale Monferrato. Nel 2003 l’acquisizione del primo impianto di smaltimento rifiuti proprio a Casale per arrivare nel 2017 a quello di Villastellone, nel torinese, una piattaforma polifunzionale avente funzione di sito stoccaggio solidi e smaltimento liquidi con tanto di Centro di Ricerca e Sviluppo, oggi fiore all’occhiello aziendale che vanta continue collaborazioni con il Politecnico di Torino.

«Oggi il nostro core sono i rifiuti speciali che ci garantiscono 45 milioni di fatturato contro i 15 degli autospurghi a cui rimaniamo ugualmente molto legati, specialmente sul territorio vercellese, nel settore B2C – spiega Alberto – Il nostro scopo? Recuperare quanto più possibile per dare una seconda vita agli scarti e fare così bene all’ambiente che ci circonda».

Una mission che si sposa con il servizio di Bonifiche Ambientali, introdotto nel 2016 grazie all’esperienza accumulata negli interventi di PIA (pronto intervento ambientale) e oggi seconda fonte di fatturato per il Gruppo (attivo sia nel cantiere del ponte Morandi che in quello dei prossimi Giochi Olimpici di Milano e Cortina).

Si può quindi tranquillamente asserire che “innovazione” sia un vocabolo che faccia ampiamente parte del DNA Marazzato: «Per un’azienda a conduzione famigliare che ha l’ambizione di crescere in modo sostenibile negli anni lo scoglio più grande da superare è quello del passaggio generazionale – spiega ancora Alberto – Non è stato semplice portare inizialmente la nostra nuova visione in impresa ed uscire dallo “schema” della ditta padronale;

mio padre, però, è stato lungimirante nel lasciare a noi la guida dell’azienda permettendoci di portare in essa la nostra visione di business (stessa cosa che, a suo tempo, fece mio nonno Lucillo nei suoi confronti)».

 Una visione fatta di cura verso le persone, attenzione ai giovani e valorizzazione del territorio: «Oggi la vera sfida imprenditoriale è trovare persone e collaboratori che si innamorino della tua azienda – dice Alberto – La nostra ambizione è quella di essere ancora più attrattivi nei confronti dei giovani grazie alla fidelizzazione, alle politiche di welfare aziendale che promuovono una maggiore work-life balance e una academy interna.

Vogliamo mettere i ragazzi nelle condizioni di fare un buon percorso in Marazzato; i numeri ci stanno dando ragione dal momento che abbiamo un turnover bassissimo con 330 collaboratori assunti. Le persone al centro: un motto che sia mio nonno che mio padre han sempre fatto proprio».

Un leit motiv che si ritrova totalmente anche nella sezione non profit dell’azienda, ovvero la Fondazione Marazzato: «Quando nostro padre ha lasciato la guida dell’impresa si è dedicato totalmente alla sua passione: i camion storici – afferma Alberto – Con la sua prematura scomparsa nel 2022 ci siamo trovati con un patrimonio mezzi enorme (oltre 300- ndr) e da qui ci è venuta l’idea di trasformarlo in un progetto educational per grandi e piccini.

Grazie alla realtà aumentata possiamo portare indietro nel tempo chi decide di salire su quei camion, ognuno con la sua storia da raccontare e da vivere. E’ emozionante vedere un anziano commuoversi per essere tornato indietro al secondo dopo Guerra o per aver visto i paesaggi della sua infanzia. Siamo molto legati al nostro territorio e la Fondazione ci sembra il modo migliore per onorare la nostra casa e la memoria di nostro padre».

Infine, l’internazionalizzazione: «Per quanto riguarda l’estero non operiamo direttamente sul territorio ma grazie a multinazionali partner – conclude Marazzato – Il nostro mercato è attivo prevalentemente in Germania, Francia, Norvegia e Svezia».

 

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