Delle oltre 50 Hydrogen Valley previste sul territorio italiano, una sarà a Lamezia Terme. Nei giorni scorsi è arrivato il via libera dallo Zes, facendo dell’insediamento uno dei primissimi autorizzati a partire.
L’impianto è progettato e realizzato dalla marchigiana Techfem e sarà operativo a giugno 2026, rispettando la fatidica data che muove a preoccupare gli operatori. A Lamezia Terme si produrrà idrogeno (2MW) con aree di stoccaggio e compressione fino a 220 barg. Ad alimentarlo, un parco fotovoltaico da 461 kW, con a disposizione una baia di carico per il riempimento di carri bombolai al fine del trasporto.
Un progetto che darà impulso anche all’occupazione: altre 50 persone rimpolperanno l’organico della sede calabrese di Techfem, attualmente coperta da 60 dei 320 dipendenti totali. Proficua, anche la collaborazione di Techfem con l’università locale, che ha permesso a giovani talenti.
La riqualifica dell’area ex Sir
Il progetto “Hydrogen Valley Lamezia Terme” sorgerà infatti nell’area abbandonata dell’ex Sir, dove giace un sogno industriale mai decollato.
Lamezia Terme si troverà così a ospitare il primo realizzato tra i 28 siti nel sud Italia (per un totale di 54 nel territorio nazionale) individuati dal Governo da finanziare nell’ambito del Pnrr per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno nel Meridione. Anche Teca Gas trarrà vantaggio dall’operazione: la società, che già si occupa di imbottigliamento di GPL, amplierà il suo raggio d’azione.
«Questo progetto segna senza dubbio una fase importante per il nostro territorio e noi non possiamo che essere fortemente orgogliosi di prendere parte a questa piccola ma grande rivoluzione» ha commentato l’ingegner Pasquale Rocca di Teca Gas.
L’obiettivo del progetto è infatti quello di promuovere la produzione locale e l’uso di idrogeno nell’industria e nel trasporto, dando impulso al modello delle Hydrogen Valleys già diffuso in Europa.
L’impianto entrerà in servizio il 30 giugno 2026
L’impianto di Lamezia Terme costituisce uno dei progetti rilevanti del piano industriale 2024-26 di Techfem. Con il valore aggiunto di portare al «traguardo importante che pone la Calabria all’avanguardia nello sviluppo delle energie rinnovabili e nella promozione di soluzioni energetiche sostenibili ed innovative – come spiega l’amministratore delegato di Techfem Federico Ferrini aggiungendo che “questa iniziativa rappresenta un passo significativo verso la transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile della regione».
Nonostante il successo iniziale di Teca e Techfem, la transizione verso l’economia dell’idrogeno è complessa. In Italia, le imprese affrontano difficoltà nell’ ottenere autorizzazioni per la costruzione di impianti e stazioni di rifornimento a causa di un quadro normativo incerto.
Questa incertezza normativa, sia a livello nazionale che locale, rallenta i tempi e aumenta i rischi di ritardi nei progetti, compromettendo i cronoprogrammi previsti dal PNRR, come ampiamente documentato su Carefin nel pezzo “Idrogeno, tanti progetti, poco tempo”.
Si attendono gli esiti del tavolo tecnico istituito al Mase per la definizione di una strategia nazionale sull’idrogeno che, a detta del ministro Gilberto Pichetto, può portare il nostro paese ad essere uno dei principali hub europei proprio attraverso la creazione di un «corridoio sud per l’idrogeno in piena attuazione del piano Mattei».
Nel dettaglio, Pichetto ha annunciato che «il meccanismo incentivante ipotizzato prevede, all’esito di procedure competitive ad asta, un contributo in conto esercizio per 10 anni”. Inoltre l’agevolazione è pari “al maggior costo connesso alla produzione di idrogeno rispetto a un combustibile convenzionale con un valore massimo, in relazione alla tipologia di idrogeno prodotto e alla dimensione dell’impianto, variabile tra i 3 e i 5 €/kg».
Sulla base del Repower EU il piano è quello di produrre 10 milioni di tonnellate e di importare 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile nell’Unione Europea al 2030.