Carefin24

Green non è una parola, è una mentalità: Fazioli e RCYL

Un pianoforte che in luogo del piombo utilizza l’ottone. E legni provenienti da paesi che certificano la gestione etica delle foreste.

Una bicicletta prodotta interamente con reti da pesca riciclate. Ecco due esempi che sostanziano una parola ormai onnipresente, sostenibilità, ma spesso solo enunciazione verbale o intento realizzato in parte.

Fazioli ci dimostra non solo la trasformazione materica del prodotto ma l’attenzione alla filiera che diverrà presto imperativa per tutte le pmi. 

In primis, partendo dalla modalità produttiva: lo storico stabilimento Fazioli, a Sacile, utilizza già due impianti fotovoltaici e a beve ne verrà installato un terzo, evitando l’immissione in atmosfera di circa due tonnellate di CO2.

Il pianoforte F198 è un’innovazione che si colloca nel contesto di processo, di forma mentis, seguendo quella che l’ingegner Paolo Fazioli definisce «una fabbrica proiettata verso il futuro», che per l’azienda «è sempre stata un obbiettivo importante, che abbiamo sempre cercato di perseguire».

Infatti, lui fu tra i primi a installare già nel 2009 un impianto fotovoltaico, di dimensioni ragguardevoli per quei tempi, con una produzione media annuale di circa 200.000 kwh.

Il pianoforte che rispetta le foreste

Ma Fazioli non pensa solo a coprire il fabbisogno di energia per la produzione dei suoi 150 pianoforti l’anno. Oltre ad aver sostituito il piombo con l’ottone per i tasti, ha adottato legni che provengono da fornitori capaci di garantire il rispetto dell’etica nella gestione delle foreste. 

Un pianoforte Fazioli è oggetto d’arte, può vivere per sempre come un violino di alta liuteria. Al pari, diventa prodotto integrato il più possibile nell’ambiente, visto il controllo della supply chain e la capacità dell’azienda di arrivare a gestire il fabbisogno energetico al 70% con fonti rinnovabili.

RCYL: la city bike che cambia il concetto di plastica.

RCYL è una city bike realizzata per il 50% con vecchie reti da pesca, nonché la prima  al mondo interamente prodotta con plastica riciclata. 

Anche tutti i componenti tecnici “in movimento” sono realizzati utilizzando esclusivamente materie plastiche ad alte prestazioni, antiruggine e completamente esenti da lubrificazione. Igus Bike qui cambia proprio il concetto di plastica: da rifiuto a risorsa gestibile, come si diceva del resto nell’ultima riunione di Cisambiente Confindustria. 

La produzione in serie è già iniziata nello stabilimento Igus a Colonia e la bici è stata presentata in anteprima a Düsseldorf in occasione della fiera CyclingWorld Europe.   Il sito produttivo, allo stato attuale, permetterà di produrre 5.000 biciclette entro giugno 2025 e 10.000 entro il 2026.

Reimmettere la plastica nel ciclo del valore, anche in Africa e Sud America

Il progetto di Igus prevede la dislocazione di impianti produttivi nei paesi con tanti rifiuti in plastica, in modo da reimmetterli nel ciclo del valore in maniera immediata.  L’obiettivo dell’azienda tedesca, leader nelle motion plastics, non è solamente chiudere il ciclo della plastica, ma anche creare posti di lavoro e sostenere la mobilità in Africa e in Sud America.
Tra gli sviluppi futuri del progetto anche la presentazione della bicicletta RCYL in versione e-bike.

POTREBBE INTERESSARTI