Gli pneumatici hanno sette vite (e un decreto da perfezionare)
Un atleta che corre su una pista di atletica, un bambino al parco giochi e una mucca sdraiata a ruminare stanno fruendo dei benefici di uno pneumatico. Anzi, dei granuli di gomma derivanti dalla sua frammentazione a fine vita.
Come ci racconta Roberto Bianco di Greentire, una delle società di gestione nate per raccogliere e gestire gli PFU (Pneumatici Fuori Uso) per conto di vari produttori e importatori di pneumatici sul mercato italiano,
“il granulo di gomma impiegato permette di garantire una maggiore sicurezza nei playground dove giocano i nostri bambini; altro importante impiego è nei campi da calcio, dove questo materiale consente una minor sollecitazione dei legamenti ma, purtroppo, tra qualche anno tale impiego non sarà più consentito”
Ma gli utilizzi non sono “solo” questi: si va dalle guaine per i binari del tram, in modo da ridurre lo sferragliare, al potenziale immenso sul manto stradale. Il 60% dello pneumatico è gomma, unito al 20% di metallo e alla restante parte di fibre: la trasformazione della materia prima apre nuovi mercati nella seconda vita di questi elementi.
Greentire ricicla circa il 98% del prodotto, ottenendo anche il famoso “polverino” che risulta perfetto per il manto stradale: “disgregando la gomma si arriva a un granulo come un chicco di sale grosso che, ulteriormente affinato, diventa come cipria. Un asfalto modificato con polverino dura di più, non subisce il famigerato cracking, risulta meno rumoroso, ed è drenante. Peraltro, gli asfalti modificati con la gomma hanno prestazioni di altissimo livello, così come richiesto dai CAM (criteri ambientali) strade, recentemente introdotti”
Un settore che va ulteriormente normato
Quello dei PFU (Pneumatici Fuori Uso), è un settore rilevante, considerando che i dati ufficiali del MASE indicano circa 400.000 tonnellate annue. Nel 2011 il Ministero dell’Ambiente è intervenuto con un decreto (82 dell’11 aprile) che introduceva la responsabilità estesa dei produttori: chiunque produca o introduca pneumatici sul territorio italiano, è obbligato a gestirne il fine vita.
“Oltre 25 anni fa, qualche venditore di pneumatici nuovi si è reso conto che risultava vantaggioso offrire ai gommisti un servizio di ritiro degli PFU, risolvendo, peraltro, anche il fenomeno degli abbandoni. Mi risulta che la prima società nata in Italia per tale scopo fosse della Bergamasca, ma anche in altre zone gli imprenditori più attivi offrivano detto servizio, fino alla normativa del 2011”.
Oggi il mercato è suddiviso in quote controllate da società di gestione come Ecopneus (che nel 2011 aveva una quota prossima all’80% e oggi è intorno al 45%), Greentire e altre realtà che aggregano produttori e gli importatori di penumatici.
“Il problema è che sul mercato vengono immessi molti più pneumatici rispetto a quelli dichiarati, tra cui circa un 10% venduto in nero. Alcuni operatori disonesti vendono online con prezzi più bassi di oltre il 20% rispetto al prezzo di mercato, chiaro indice di evasione di IVA e contributo ambientale. Nasce, poi, spesso, il problema di montare sulla propria vettura questi pneumatici; e molti gommisti, a mio parere in modo molto professionale, si informano se l’acquirente ha assolto gli obblighi di pagamento del contributo ambientale, mentre altri tendono a chiudere un occhio.”
La normativa del 2011 è stata, poi, aggiornata e modificata nel 2019, ma ad oggi sono ancora evidenti problematiche. “Il Ministero è consapevole della necessità di modificare il D.M. esistente, e auspico che questo intervento sia coraggioso, ossia ripartendo da un foglio bianco e modificando l’intera impostazione oggi vigente. Se guardiamo all’estero, in alcuni paesi, addirittura, nel momento in cui stacchi gli pneumatici dall’auto, questi sono considerati rifiuti e devi avere una certificazione per reimmetterli sul mercato.”
La responsabilità del produttore va di pari passo con la sostenibilità
Gli pneumatici nuovi sono divisi in 15 tipologie a seconda del peso. “Greentire non solo ha raggiunto risultati eccezionali in termini di riciclo, ma su 13 categorie ha anche il contributo ambientale più basso – specifica Bianco – ma nel decreto non è prevista una percentuale minima di riciclo, né un criterio di premialità per chi predilige il recupero di materia”. Perciò, nel 2022 Bianco ha presentato al suo Cda una relazione interna che riassumeva i problemi del settore, a cui sono seguiti incontri settimanali con esperti, per trovare una soluzione alla problematiche evidenziate: la cosa è sfociata in una bozza di regolamento presentata al MASE nel 2023.
Non pago, Bianco si è recato al Politecnico di Milano, dipartimento di elettronica, informazione e bio ingegneria, per concepire un sistema completo di gestione del settore, completo di cruscotto digitale capace di orientare l’utente sui singoli problemi, grazie all’utilizzo della AI.
Intanto, la preziosa gomma riciclata a fine vita dello pneumatico, oltre a offrire letti agli animali e tappetini ammortizzanti per parchi giochi, secondo gli esperti dovrebbe prendere la via di strade e autostrade. “Studi internazionali dimostrano ormai i vantaggi del polverino di gomma per realizzare strade, che raggiungono, così, prestazioni, come detto, del tutto in linea con gli alti standard richiesti con la recente introduzione dei CAM strade”.