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Case Green: ecologico fa davvero rima con elettrico (anche nelle città)?

Gli obiettivi sulla Casa Green levano i sonni a non pochi attori del contesto edile-residenziale italiano. Transizione ecologica, tradotto, significa case senza dispersioni, sistemi di riscaldamento  non fossili  o ibridi, un mutamento della forma mentis di operatori e utenti finali.

Per dirla con le parole di Giuseppe Lorubio, presidente di Assotermica, «L’industria ha tutto l’interesse a cavalcare la transizione energetica, ma deve poterlo fare in uno scenario in cui vi siano meno annunci di piani strategici ‘mirabolanti’ e maggiore stabilità e pragmatismo. Ai decision maker chiediamo di sostenere e incentivare un approccio che sia multitecnologico e multienergetico”.

“Dobbiamo considerare poi la leadership italiana su tecnologie ad alta efficienza quali sistemi ibridi in pompa di calore, pompe di calore a gas e scaldacqua a pompa di calore. Chiediamo, poi, di non dimenticare che l’utilizzo di gas rinnovabili potrà contribuire alla decarbonizzazione degli edifici, soprattutto laddove le nuove soluzioni tecnologiche fanno maggiore fatica a penetrare. Oggi rappresentiamo un’industria nazionale seconda a nessuno in Europa e nel mondo. Al decisore politico chiediamo di partire da questa consapevolezza, che è anche una responsabilità comune”.

Il problema è proprio quello del gradiente di elettrificazione raggiungibile dal mercato dei produttori, attraverso ad esempio le pompe di calore elettriche, fondamentali per raggiungere gli obiettivi di efficientamento energetico. 

La caldaia: ibrida o elettrica? Un problema economico-strutturale oltre che tecnico

Al pari, le aziende devono affrontare la concorrenza dei giganti asiatici. Per questo, aziende come Riello e Beretta sono entrate già  negli anni Novanta  nella galassia del gruppo Carrier, colosso americano, antesignano del condizionamento.

Nel gennaio 2024  Carrier ha completato l’acquisizione di Viessmann Climate Solutions, leader europeo del riscaldamento. «L’unione con Viessmann Climate Solutions ha dato vita a un contesto capace di offrire una rosa vasta di tecnologie per il clima sostenibili e differenziate» ha dichiarato Il CEO di Carrier David Gitlin.

Le vendite a tre quarti dell’esercizio 2024 attestano un +21% sui 6 billion comunicati dal gruppo, comprensivi di un 4% di crescita organica e di un 17% di crescita legata proprio alle acquisizioni, in cui il nome  di Viessmann Climate Solutions risulta rilevante. Ottimo anche l’utile operativo del gruppo nel terzo trimestre, a +50% rispetto allo scorso esercizio grazie proprio a questa acquisizione.  

Viessmann Climate Solution, rappresenta perfettamente la solidità di un  mercato e la visione lungimirante di chi ha alle spalle un secolo di tecnologia – da quando nel 1927 Johann Viessmann costruì il primo boiler – pur nella consapevolezza che normative, esigenze di utilizzo e filoni di sviluppo tecnologico cambiano. 

Il futuro è ben racchiuso nella nuova Vitocal 250 A,  pompa di calore a gas refrigerante naturale che sta raggiungendo capacità e prestazioni idonee anche a utilizzi condominiali.

L’obiettivo è sempre quello di efficientare e ridurre l’impronta carbonica, che  nelle intenzioni e nei calcoli di Viessmann Climate Solution si sostanzia nel risparmio di 1 tonnellata di CO2 l’anno.

Viessmann: lo specchio della storia che si evolve insieme ai mercati

Dall’invenzione del boiler in acciaio alla nuova pompa di calore a gas propano: la storia di Viessmann ha sempre contribuito a creare il mercato, oltre che  a evolvere insieme ad esso. Dal 1917, anno della sua fondazione, Viessmann ha mantenuto l’impronta di chi e co-attore del cambiamento: dalle prime pompe di calore air/water e brine/water del 1978 alla superficie riscaldante composita del 1980 per arrivare al primo sistema di  celle a combustibile in Europa nel 2016.

Ora  la sfida è proprio la transizione. E come affrontarla ce lo spiega Alberto Villa di Viessmann Climate Solution Italia – che è il secondo mercato per importanza dopo la Germania stessa: «la nostra nuova pompa di calore risponde proprio agli obiettivi della transizione, tenendo conto delle complessità che spesso il residenziale ci porta ad affrontare.

Ad esempio, il fatto di poter lasciare giù una caldaia già presente, integrando la pompa di calore senza smantellare tutto, lavorando sul conto termico complessivo. Questo è un ottimo esempio di ibrido. Sul fronte delle pompe di calore,  stiamo lavorando per consentirne l’installazione nel residenziale in maniera capillare: la  nuova Vitocal 250 A a propano, ad esempio, consente di lavorare anche su piccoli condomini poiché arriva fino a 40 kW». 

La frontiera del propano e i test sulla silenziosità

Il propano è un gas naturale, come spiega ancora Alberto Villa: «arriva a 70 gradi restando sui 35 decibel perciò con un impianto molto silenzioso. La pompa di calore resta la chiave del sistema».

Alla sede di Allendorf, sono stati fatti investimenti cospicui per raggiungere questi risultati: la stanza dell’isolamento acustico, creata ad hoc dagli ingegneri del suono (e costata circa 10 milioni come infrastruttura) dove Viessmann fa test approfonditi per ridurre al minimo l’impatto ambientale anche in senso sonoro. 

50 milioni è stato invece il costo – ma faremmo meglio a chiamarlo investimento- affrontato per l’alveo tecnologico di sperimentazione dove vengono studiate nuove soluzioni mentre le isole tecniche di test ogni giorno elaborano miglioramenti, dati, perfezionamenti.

Anche la via commerciale che Viessmann Climate Solutions ha intrapreso, è coinvolgente e “sistemica”: l’azienda dialoga direttamente con un network di oltre 900 progettisti e organizza training con la Viessmann Academy. 

La sfida di installare in Europa circa 500.000 pompe di calore si gioca sul binario strategico. 

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