Cervello – Cuore: chi vince sul traguardo della vita?
Siamo abituati a sentire “mente sana in corpo sano”, ma raramente la medicina ci parla di cuore, se non per aspetti cardiologici.
Quanti sanno che il cuore ha neuroni propri? Che il suo campo elettrico è decine di volte più forte di quello cerebrale? E che il suo potere magnetico è molto più trascinante?
In effetti, negli Usa esiste un istituto che si chiama Heartmath, ovvero la matematica del cuore, che pone al centro dell’analisi il ruolo delle emozioni –soprattutto negative- non solo sulla mente ma sul benessere fisiologico della persona.
Perciò, chi vince sul traguardo della vita, cervello o cuore? In realtà non “vince” nessuno, perché, come spiega la cardiologa Silvia di Luzio, le due realtà devono essere in coerenza. L’importante è non fare imprigionare il cervello dall’amigdala, il centro della paura!
L’equazione dimostra che il cuore influenza il cervello
Silvia di Luzio è specialista in cardiologia, senior researcher associate alla Northwestern University di Chicago, mental coach di diverse metodologie ed esperta di Multiple Brain Interaction Tecnique. Gli studi di neurocardiologia citati da Silvia di Luzio rivelano gli influssi diretti dal cuore al cervello, tali da attivare o inibire le funzioni cerebrali superiori.
“Possiamo attivare la via della corteccia pre-frontale, che è la sede del discernimento e dell’intelligenza profonda, favorendo funzioni di tipo evolutivo –spiega la dottoressa Di Luzio– ma al contrario se dal cuore arrivano messaggi di disarmonia, prevalgono le funzioni di sopravvivenza”.
Amigdala: il centro della paura che mette in stand by il cervello evolutivo
“Le emozioni di basso livello vibrazionale, come rabbia, invidia, insoddisfazione, alterano il modo di comunicare del cuore” –prosegue Di Luzio, enfatizzando in particolare il ruolo nefasto della paura.
“Il centro della paura, l’amigdala, vampirizza tutte le risorse cerebrali per creare una reattività automatica. Quando domina l’amigdala, il cervello entra come in stand by e attiva un ‘pilota automatico’ che consuma meno energia, ponendosi in modalità sopravvivenza”
In pratica, il cervello superiore, quello che ci fa consumare più energia ma che presiede le funzioni legate all’espressione creativa, all’approfondimento, si fa da parte per lasciar dominare la via inferiore, quella della sopravvivenza, che consuma meno.
Cervello-cuore: come la dissonanza da stress altera la vita
“Il cuore è un ponte radio di onde che possono creare armonia o disarmonia –spiega ancora Silvia di Luzio- L’onda emozionale arriva al talamo, che è il centro di smistamento ed è qui che il cervello attiva o le vie superiori –se assonante- o quelle inferiori – se dissonante”.
Il problema della società attuale, come rileva Di Luzio, è che lo stress pone facilmente il cervello in scacco dell’amigdala.
“La paura, lo stress emozionale, attivano l’ipertono del sistema nervoso autonomo simpatico che porta diretto a un aumento di tachicardie, ipertensione, infarti. Lo stress –con la sua cascata neurofisiologica- è una risposta positiva se circostanziato: quando è cronico diventa infiammazione silente di basso grado e provoca alla lunga problemi di rischio cardiovascolare”.
L’attività elettrica del cuore è 60 volte più ampia di quella del cervello
“Nel cuore c’è una rete neurale formata da 40.000 a 120.000 cellule cerebrali in grado di registrare ed elaborare informazioni che provengono dal sistema ormonale, indipendentemente dal sistema nervoso centrale” spiega Di Luzio.
“Il cuore ha un’attività elettrica 60 volte superiore a quella del cervello. Esso è in grado di inibire o attivare alcune parti del cervello”. Al pari, il cuore ha un campo elettromagnetico 5.000 volte superiore rispetto al cervello. “Quando incontriamo qualcuno che ha un campo elettromagnetico non in fase con il nostro si crea quel senso di fastidio che chiamiamo anti-pathos, antipatia. È una discordanza di fase”.
Coerenza cuore cervello: il rapporto uomo cane misurato scientificamente
Il campo magnetico del cuore è percepito anche dai nostri animali domestici. “Sono stati fatti molteplici esperimenti in questo campo. Uno dei più affascinanti riguardava un ragazzo e il suo cane: quando il ragazzino lo prendeva in braccio c’era coerenza fra i due battiti, erano in fase. L’allontanamento del bimbo provocava una perdita di coerenza, ma se veniva detto al ragazzino di mandare pensieri di amore e gioia al cane, il cuore di quest’ultimo ritrovava la coerenza”. Infine, chiosa Di Luzio, “i processi biologici vengono guidati dai campi elettromagnetici. Il cuore è trasduttore di queste particelle energetiche. Noi umani siamo frattalmente identici al campo magnetico della terra: un cuore in coerenza vibra a 0,1 Hz, la stessa vibrazione dell’universo”.
L’ormone atriale: capace di produrre ossitocina
Esiste un ormone anti stress, spiega Di Luzio, che proviene dalla parte atriale del cuore. “L’ormone atriale produce ossitocina, che è una sostanza profondamente legata all’amore infatti è forte in allattamento. Però il cuore è anche in grado di produrre adrenalina e noradrenalina, cause della famosa sindrome da crepacuore. Quando una persona riceve una notizia terribile si parla di crepacuore, appunto: è un picco di adrenalina che causa uno spasmo delle arterie dall’aspetto simile a quello dell’infarto”.