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L’Italia rivoluziona lo studio del cervello con Avatar Digitali

Un passo avanti nella comprensione del cervello umano è stato fatto in Italia con la creazione di un avatar virtuale, sviluppato all’interno del progetto MNESYS. Questo straordinario strumento digitale promette di rivoluzionare lo studio delle malattie neurodegenerative e la risposta ai farmaci, fornendo una piattaforma innovativa per prevedere l’evoluzione delle patologie cerebrali.

Il cervello, grazie alla sua capacità di adattarsi e cambiare in risposta agli stimoli esterni e alle esperienze vissute, manifesta una straordinaria neuroplasticità. Questo fenomeno permette di reagire all’invecchiamento, così come a malattie neurodegenerative, psichiatriche o a traumi come l’ictus. Tuttavia, nonostante i progressi, i meccanismi che regolano l’efficienza del sistema nervoso centrale rimangono in parte sconosciuti. Ed è qui che entra in gioco il nuovo avatar virtuale.

Il Professor Fabrizio Esposito, ordinario di Bioingegneria all’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” di Napoli, spiega l’importanza di questo progetto: «La neuroplasticità del cervello ci consente di imparare cose nuove, acquisire informazioni e adattarci all’ambiente. Questa può essere ‘adattativa’ quando il cervello riesce a compensare i danni subiti, come nel caso dei sintomi del Parkinson o della Sclerosi Multipla.

 Tuttavia, può anche essere ‘maladattativa’ se il cervello non riesce a trovare una compensazione adeguata. Per affrontare efficacemente la complessità delle patologie cerebrali, è fondamentale associare il concetto di neuroplasticità a quello di connettività».

La neuroplasticità dei neuroni, come ampiamente documentato nella letteratura medico-scientifica, si manifesta invariabilmente attraverso modifiche strutturali o funzionali nelle connessioni tra di essi.

«In pratica, il cervello funziona come un’orchestra e forma dei gruppi che “suonano” insieme e per “suonare” bene devono sincronizzarsi. Le funzioni cerebrali, così come le osserviamo noi dall’esterno tramite l’analisi delle azioni e dei comportamenti, non sono mai, dunque, il semplice risultato dell’attivazione di un solo neurone né tanto meno di un gruppo ben localizzato e definito di neuroni dello stesso tipo in una data area del cervello», continua il Professor Esposito.

Italia all'avanguardia nella ricerca neurologica

Il progetto MNESYS, finanziato con 115 milioni di euro dal Pnrr, rappresenta un’iniziativa ambiziosa e complessa che coinvolge oltre 200 progetti e più di 500 tra scienziati, ricercatori medici, biologi, bioingegneri e informatici. Questo programma di ricerca mira a creare una rete di collaborazione tra 12 atenei pubblici e privati e 13 istituti di ricerca, Irccs e imprese. A breve, ulteriori enti di primo piano verranno inclusi attraverso specifici bandi a cascata, con l’obiettivo di catalizzare gli sforzi e promuovere il coordinamento dei gruppi di lavoro distribuiti in tutta Italia.

Guidato dall’Università di Genova, capofila del progetto, MNESYS punta a svelare i misteri del cervello e sviluppare trattamenti personalizzati per le malattie neurologiche e mentali attraverso la medicina di precisione. Il Professor Antonio Uccelli, ordinario di Neurologia all’Università di Genova e direttore scientifico dell’Irccs Ospedale San Martino di Genova, sottolinea l’importanza di questo progetto, evidenziando come la collaborazione e l’integrazione delle diverse competenze siano fondamentali per raggiungere gli ambiziosi obiettivi prefissati.

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Anna Lobascio

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