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Il DNA non è il tuo destino. La rivoluzione epigenetica

Il DNA non è il tuo destino. La rivoluzione epigenetica

63 anni fa, quando fu individuata la doppia elica del DNA, scattò l’emozione di avere scoperto il codice della vita. Per tanto tempo, quello fu considerato il nostro hardware, pressoché immutabile. La sua codificazione, la mappatura, avvenuta nel 2000, doveva essere la panacea, ma così non è stato.  

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Perché nell’incessante percorso che accompagna la scienza, una branca di essa è andata oltre il DNA, scoprendo che quell’insieme di caratteri ereditari non è il nostro destino in senso deterministico! La parte immutabile della nostra genetica è molto esigua…tutto il resto dell’espressione genica viene determinato dall’ambiente. 
Spieghiamoci meglio: Il modo in cui i nostri caratteri ereditari si manifestano cambia a opera dei fattori ambientali! Abbiamo una predisposizione al diabete? Essa può rimanere latente o esprimersi e questo dipende da fattori ambientali. Ovvero, come mangiamo, come pensiamo, come viviamo.

Il software della vita si chiama epigenetica. E lo scriviamo noi.

Questo, è il terreno della nuova frontiera della scienza, ovvero dell’epigenetica. 
Una vera rivoluzione perché le implicazioni sono immense: non solo la prevenzione della malattia ma la sua cura in modo completamente diverso, integrato. 
In pratica, se il genotipo è l’hardware il fenotipo è il software. E  la decisione di come gestirlo, è nelle nostre mani.
Cosa stiamo affermando? 
Che la nostra salute, il modo in cui invecchiamo, dipende per oltre il 90% da noi. 
Nutrizione, gestione mentale e relazionale, allenamento, stile di vita sono il viatico che ci può garantire -o che può invalidare- lo stato di salute. 
Il corpo umano è composto da trilioni di cellule. Ogni cellula ha il proprio genoma, rappresentato da DNA e geni, che sono “impacchettati” in 44 autosomi e 2 cromosomi sessuali. Il genoma umano è composto da 25.000 geni e oltre 150.000 proteine. 
Il genoma non risponde a tutte le domande sullo stato di salute di un individuo,  poiché i geni codificanti costituiscono dal 2 al 3% dell’intero DNA. Il resto è indicato come DNA non codificante e rappresenta fino a oltre il 90%  del nostro sé fisico.  

Non esiste DNA “spazzatura”: la rivoluzione epigenetica cambia le carte in tavola

La sequenza del DNA  costituisce la sostanza fondamentale del gene ed è responsabile della trasmissione dei caratteri ereditari.  
Essa rimane immutata, ma l’aggiunta di gruppi chimici o piccole proteine in posizioni specifiche accende o spegne l’espressione dei geni. 
Il termine epigenoma indica l’insieme delle modificazioni molecolari che controllano l’espressione dei geni. 
In pratica, l’epigenoma è il genoma che ha subito una modificazione a opera dell’ambiente.  
Con una metafora, potremmo dire che il nostro DNA è l’impianto elettrico e che dipende da noi accendere o spegnere l’interruttore di ogni gene. 
Per questo, possiamo dire che il DNA non è il tuo destino!  
Esso è un’antenna potente, in comunicazione con l’esterno per oltre il 90% di quei fattori che non sono immutabili. Ovvero, possiamo determinare se farli esprimere o tenerli latenti.

Il DNA è un’antenna che comunica con l’esterno! E lo stile di vita diventa cruciale per determinare l’espressione dei nostri geni

Prima di Albert Einstein, il concetto di massa era legato esclusivamente al peso del corpo. 
Successivamente, con Einstein e i grandi fisici dell’800, si arriva alla scoperta che la massa ha un’energia ad essa proporzionale, espressa attraverso un’onda elettromagnetica a frequenza caratteristica. Di conseguenza, ogni corpo, essendo formato da masse di natura diversa, vibra a uno spettro di frequenze.
Il termine risonanza è legato al fatto che i nostri organi obbediscono a variazioni di campo elettromagnetico, fatto che sperimentiamo in modo evidente durante una risonanza magnetica.

"Possiamo affermare che il nostro corpo è un insieme di circuiti risonanti in grado di ricevere informazioni dall’esterno, oltre che a generarne dall’interno”.

Infatti se esaminiamo le nostre cellule, vedremo al loro  interno un nucleo, entro il quale si trova il DNA, rappresentato con una doppia elica: questo null’altro è che un circuito oscillante in grado di generare onde elettromagnetiche. 

Ogni parte del corpo emette frequenze.

Ogni elemento che entra in contatto con noi ha una frequenza con cui entriamo in risonanza.  
Lo dimostra del resto la risonanza magnetica nucleare che facciamo in ospedale: il radiologo modifica il campo magnetico ed il nucleo di idrogeno delle nostre cellule lo segue. 
L’energia condiziona la materia con efficienza cento volte maggiore rispetto a quanto la materia domina la materia” prosegue Spaggiari “ e la medicina non può più ignorare che siamo esseri bio fisici e bio risonanti”. 

Come si può capire quali fattori ambientali stanno impattando sull’organismo?

Le moderne tecnologie ci consentono di sapere in pochi minuti quali fattori epigenetici stanno impattando sul nostro organismo. Inquinanti, sostanze chimiche, campi elettromagnetici, alimenti sbagliati, patogeni (virus, batteri, muffe, spore). Grazie alla unione fra bio fisica e intelligenza artificiale, alcune tecnologie possono fare lo screening di tutto il corpo e dirci quali sistemi sono in squilibrio, quali carenze nutrizionali abbiamo e come l’esterno sta condizionando l’interno. Perché anche la velocità con cui invecchiamo dipende da questo…

Una delle tecnologie a disposizione  si chiama Test dei marcatori epigenetici SDrive e legge l’organismo attraverso il bulbo di 3 o 4 capelli.
Il capello infatti è uno dei bio marcatori più importanti che abbiamo, rappresenta un immenso archivio. 

Un esempio pratico? Se io mangio un pomodoro, quell’ortaggio avrà una sua massa, una energia, una frequenza che io assorbirò.  La scienza ci consente di verificare se quella frequenza è risonante con il nostro sistema corpo in modo positivo o no. Possiamo leggere ogni cosa: non solo l’incidenza degli alimenti -e avere quindi una tabella nutrizionale perfetta per 90 giorni- ma vitamine, minerali, aminoacidi, sostanze tossiche, metalli pesanti. 
Dal test del bulbo è possibile verificare se il nostro sistema endocrino, cardio vascolare, cerebrale, intestinale, sono in equilibrio. Si tratta di una gigantesca e perfetta “fotografia” in grado di dare un quadro di insieme e non di leggere le pagine a pezzi. 
La fisica,  grazie al dispositivo S Drive, ci consente, attraverso i capelli, di leggere lo spettro di frequenze comunicato dai capelli e fotografa lo stato esatto del nostro corpo nel momento in cui i tre o quattro bulbi vengono prelevati. Poi, l’Intelligenza artificiale decodifica ogni spettro di frequenza e lo traduce in un report di oltre 30 pagine, che per un medico rappresenta il navigatore con cui fare un’anamnesi approfondita e completa. 

Per maggiori informazioni: www.sdriveitalia.it

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Monica Camozzi

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