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Mulinum: i grani antichi su cui la collettività investe soldi propri

Mulinum: i grani antichi su cui la collettività investe soldi propri

Una società di capitali di oltre 200 persone. Con il primo crowdfunding spontaneo partito da Facebook. Fino a oggi, Stefano Caccavari, l’imprenditore che sta portando avanti un modello di business fondato sulla fiducia e sui valori di una vasta community (non solo partecipante ma finanziante): la sua Mulinum, imperniata sul recupero dei grani antichi e dell’agricoltura di un tempo, ha comprato due mulini e raccolto oltre 2 milioni e mezzo di euro. E si appresta a far partire il terzo progetto, quello salentino, dove è stato individuato il sito del terzo Mulino deputato a  macinare i grani antichi per farne spettacolari farine integrali ricche di principi nutritivi. 

E anche qui, sarà la collettività a investire insieme al fondatore, come è sempre accaduto. 

I mulini di Mulinum usano macine al quarzo e varietà di semi che hanno 70 anni di storia, “mai modificate geneticamente, selezionate per avere più proteine –come spiega il fondatore- 
In pratica abbiamo gli stessi grani dei nostri antenati”. 

Come è iniziata l’avventura di Mulinum?

È iniziata con gli orti di famiglia che ho creato a San Floro, il mio paese, in Calabria, per reagire alla immensa discarica che volevano creare poco distante. Ai tempi avevo qualche centinaio di amici su Facebook; e sono state proprio la credibilità e la reputazione che avevo a portare risposte immediate. Quando ho lanciato l’idea di acquistare il vecchio mulino di San Floro per partire con il progetto grani antichi, specificando che io ci avrei messo 10.000 euro e chiedendo aiuto per la restante parte, sono arrivati 72.000 euro in pochi giorni. 

Il primo Mulinum è stato inaugurato su 7 ettari di azienda agricola associata.

La collettività ha investito tanto, siamo arrivati a milioni, tramite Facebook:  come è stato possibile?

Prima di tutto l’autenticità dell’intento, ovvero ritornare alla natura e creare un prodotto da forno con lievito madre. Poi, la community che si è creata a partire da San Floro, ha avuto il suo peso, spinta da un mix biologico-social che avevo già testato con gli orti di famiglia: ognuno raccoglieva le sue verdure, portava a casa il prodotto e i tag sui social creavano un effetto domino. 

Le persone si sono sentite parte di un progetto: con Mulinum dopo 3 mesi la cifra raccolta era mezzo milione. A  luglio 2022 siamo arrivati a oltre due milioni di euro. 
Inoltre ha giovato l’effetto mediatico di alcune azioni simboliche, come la posa della prima pietra. 

Quali Mulini sono seguiti a San Floro?

Il secondo Mulinum è nato a luglio 2022 in Val D’Orcia, Toscana, nel comune di Buonconvento. Anche qui l’azienda agricola Castelnuovo Tancredi conferisce a Mulinum il grano raccolto sui suoi 600 ettari bio.  Sempre con lo stesso obiettivo: farine integrali macinate esclusivamente a pietra, i luoghi –Mulinum appunto- costruiti in bioedilizia, dove si panifica con ricette tradizionali e lievito madre. Lo sviluppo di Mulinum si attua infatti anche con la commercializzazione delle farine e contempla, in futuro,  la creazione di pizzerie Mulinum nelle grandi città italiane.

Grani antichi: la purezza, accompagnata dalla brand reputation

Sulla attuale  protesta degli agricoltori, Stefano Caccavari commenta che  “porta avanti richieste come ridurre carburanti. I contadini non si rendono conto che mancano di strategia commerciale, anche se abbassano i costi di produzione subiscono la pressione della GDO davanti alla quale non hanno potere”. 

Con Mulinum tanti imprenditori agricoli sono tornati  a coltivare grani con sementi che erano state dimenticate. “Macinare il grano con la naturale lentezza consente di preservare parte del chicco dando luogo a una farina integrale al 100%, in purezza, con crusca e germe, poco glutine, carboidrati bilanciati e tante fibre naturali. 
Ma prima abbiamo costruito il brand, abbiamo raccontato la storia…

 

Agricoltura naturale, come la raccolta di denaro collettivo

“Prima della posa della pietra iniziale, ho sudato tre anni. Mi sono autofinanziato, senza banche, senza mutui. In sostanza è nata una società di capitali a partecipazione spontanea. Le persone che investono lo fanno sentendosi coinvolte, al punto che non guardano neanche le proiezioni finanziarie. Al 31 di gennaio abbiamo compiuto 7 anni di attività. Ma quando ho lanciato la proposta di farne un terzo, ho trovato terreno fertile. L’obiettivo è creare un mulino in ogni regione d’Italia. E, potendo, di fare cultura: come è accaduto con la chef stellata, Caterina Ceraudo, coinvolta in prima persona e con  le installazioni dell’artista musicista Yuval Avital”. 

Prossimo passo: il Salento

Sono Cosimo e Piero Campana, proprietari della Masseria Baroni Nuovi e di 200 ettari bio, i partner del prossimo Mulinum a  Mesagne. La raccolta fondi è già partita, a fine gennaio 2024. E la voce si sta spargendo al punto che tramite la consorte del capofila toscano, Lee Skelton, si sta registrando l’interesse a replicare il progetto anche oltre oceano. 

Durante la pandemia Mulinum ha superato il milione di fatturato: “ogni anno raddoppiamo” ha detto i lfondatore. L’ascesa continua. 

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Monica Camozzi

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