Cercasi talenti manifatturieri: 346.000 entro il 2027
Il lusso, secondo le proiezioni, è in crescita del 20%. L’Italia è la fucina artigianale dell’alto di gamma del mondo per stessa ammissione di manager come Beatrice Lazat, di Kering quando afferma che “l’Italia è il cuore del lusso” e che per il gruppo il 21% del peso manifatturiero lo ha il nostro paese. “Kering ha 30.000 persone impiegate in 49 location italiane”.
Ebbene, mancano talenti giovani. Per le generazioni alla ricerca di orientamento, la parola artigiano non è attrattiva.
Entro il 2027 le aziende devono reperire circa 346.000 professionalità.
Una ricerca condotta da Altagamma con Union Camere rileva che le aziende per ora hanno speranza di reperirne il 50%. Le scuole tecniche hanno subito un depauperamento di iscritti, le famiglie non sono coscienti del potenziale di carriera ed economico che la manifattura italiana, unica al mondo, si porta dietro.
Lacuna numero 1: rappresentanza europea
L’Europa emana direttive a nastro. E, ovviamente, in quanto unicum manifatturiero, fare valere i propri diritti in Europa è cruciale. Un esempio lo cita Carlo Capasa, presidente di Camera Moda Milano, parlando delle regole che definiscono la durabilità di un bene e che sono al vaglio in sede europea: “una maglietta da calcio dura più di un pizzo che struttura l’abito di Valentino. Ma quella va in discarica dopo sei mesi, l’abito resta nell’armadio anni. Noi stiamo combattendo perché l concetto di durabilità sia applicato al capo finito, altri paesi vogliono che venga limitato alla materia prima. Ma vi sono dei paradossi: un chilo di materia sintetica consuma 7 chili di CO2 per la lavorazione mentre la lana più del doppio, i parametri in gioco dovrebbero valutare ad esempio la bio degradabilità”.
Perciò, l’auspicio di Sergio Tamborini, presidente di Sistema Moda Italia, è che si mandi in Europa “gente competente tenendo conto degli equilibri. “Se facciamo sparire il fast fashion non solo eliminiamo un terzo degli occupati del tessile abbigliamento ma mettiamo in difficoltà quei territori italiani che dipendono da produzioni massive. E a questo punto l’unica alternativa vera è attivare il riciclo”.
Altro esempio portato da Capasa è l’eco design: “Se passa la normativa prevista in Italia nessuna piccola azienda potrà reggere agli obblighi di tracciabilità e blockchain. Per questo abbiamo proposto di digitalizzare la filiera in modo di dare una chance alle piccole realtà”.
Ma l’assenza dell’Italia sui problemi della manifattura, il nostro reale asset, rimane preoccupante.
Il rischio che la filiera venga comprata a pezzi e portata via
Non è ottimistico il presentimento di Sergio Tamborini, ma è realistico.
“Abbiamo 60.000 imprese per un totale di 600.000 addetti con una media di 10 persone. Servono attività di aggregazione e serve una ripartizione della marginalità. Non bastano grosse imprese che creano pezzi di filiera, non bastano i sindacati e le associazioni confindustriali: il rischio è che altri, in possesso del lusso come asset e di tanto denaro, vengano a prelevare grossi pezzi di filiera e li ricreino altrove. Certo, l’Italia non è replicabile, ma con 7-10 miliardi in mano…”
Il Governo è quindi chiamato a giocare una partita cruciale.
Una delle proposte aggreganti –non abbracciata a livello istituzionale- era stata quella di coinvolgere i pensionati esperti in manifattura nel percorso produttivo: ad esempio, un giovane che vada da Kiton, simbolo della sartoria maschile di eccellenza e faccia tre anni di accademia interna, di sicuro troverà lavoro in breve tempo.
Ma i giovani –e conseguentemente i talenti manifatturieri- vanno attratti con una narrazione moderna e progetti seri.
Adotta una scuola di Altagamma: cercasi talenti manifatturieri
Altagamma, come racconta il direttore generale Stefania Lazzaroni, crea percorsi di formazione personalizzati e collaborativi fra scuole e imprese, per un totale di oltre 2.500 ragazzi coinvolti e più di 120 classi attivate. Considerato il 21% di disoccupazione che vessa il nostro paese, si tratta di una iniziativa pregevole e intelligente. “La sorpresa è sempre grande in ogni anello della filiera –specifica Giovanna Ceolini di Assocalzaturifici- non si possono immaginare le innovazioni e le unicità in reparti, ad esempio, come la conceria”.
Per rendere attrattive le professioni dell’artigianalità di alto livello, Tod’s insieme a regione Marche sta preparando un progetto importante, destinato alla formazione di giovani maestri del manifatturiero. Si parla di corsi di laurea in Arte e Artigianato: “sono convinto che non solo aiuteranno a tenere alti i nostri valori ma potrebbero anche nobilitare la vita dei ragazzi aiutandoli a seguire percorsi più vicini alle loro radici” – ha affermato Della Valle.
Continua a funzionare la Milano Fashion Institute originariamente fondata da università Bocconi, Politecnico e Cattolica, poi partecipata da Camera nazionale della Moda italiana, che propone master annuali in marketing, business, sostenibilità, persino fashion law. La formazione, a qualsiasi livello, rimane al centro.
Eccellenza italiana: la start up under trenta che sensibilizza i giovani
Il primo Festival del made in Italy ha già avuto luogo il 23 marzo al Talent Garden di via Calabiana a Milano, dove migliaia di studenti hanno avuto l’opportunità di assistere a tavole rotonde, speech ispirazionali, workshop e laboratori con più di 50 protagonisti dell’imprenditoria, dell’artigianato, della formazione, dei social media, della comunicazione, della moda, del design, dell’enogastronomia e dell’intrattenimento. L’idea di aggregare i giovani e soprattutto di spiegare loro che fare mestieri artigiani sia non solo profittevole ma socialmente prestigioso è venuta a Giovanni Brocca e Lorenzo D’Onofrio, capaci in poco tempo di creare una community digitale con centinaia di migliaia di seguaci.
Ad aiutarli, Daniele Rampello di Rampello & Partners, che parla giustamente dell’Italia come “super potenza culturale”. Cambiare le percezioni, creare nuovi modelli ispirazionali è la mission. Ed ecco che a raccontare la loro esperienza arrivano i ragazzi di Murano Glass, o personaggi come Rossella Cerea del ristorante Da Vittorio, insieme a Vitale Barberis Canonico che attraverso un visore mostrano i processi produttivi di un’azienda tessile. Un Grand Tour, Festival del Made in Italy e coinvolgimento delle scuole superiori in tutta Italia sono obiettivi concreti. Il successo della community crescente sembra una risposta altrettanto solida.