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Daniela Ortiz. Quando l’arte legge il potere

Daniela Ortiz. Quando l’arte legge il potere

Arte Fiera di Bologna compie 50 anni. E Fondazione Furla, nella persona della curatrice Bruna Roccasalva, porta un intervento inedito dell’artista peruviana Daniela Ortiz.
A Bologna, Ortiz presenta l’opera Tiro al Blanco, che si colloca nel contesto di una performance di natura partecipativa. L’arte di Daniela legge il potere da sempre, indagando i meccanismi  politici, economici e culturali che governano il mondo. 
Al centro della narrativa  dell’artista peruviana  c’è l’ideologia discriminatoria che si cela nelle strutture di potere coloniali e capitalistiche. 

Potremmo quasi considerarla una trasposizione dell’Ottocentesco concetto di lotta di classe nella contemporaneità, con un lessico e uno sfondo storico diversi.
Si rinnova perciò la collaborazione fra Arte Fiera e Fondazione Furla sul programma di performance, evidenziando l’impegno profondo e la sensibilità di Giovanna Furlanetto per l’arte. 

Un ritratto di Daniela Ortiz

L’egemonia del Nord sul Sud del mondo. E il tema della guerra

Daniela Ortiz è sempre stata attratta  dalla disamina dei meccanismi istituzionali che esercitano violenza sulle popolazioni del Sud del mondo. Attraverso una sperimentazione linguistica che abbraccia un’ampia varietà di mezzi espressivi, dal video alla fotografia, dalla pittura alla performance, Ortiz crea narrazioni visive che esplorano criticamente le nozioni di razza, nazionalità, classe sociale. 
In particolare, Tiro al Blanco mette al centro una delle questioni più urgenti dell’attuale momento storico, quella della guerra. 

L’opera è il frutto di una più ampia riflessione critica sull’egemonia del Nord sul Sud del mondo che l’artista porta avanti da molto tempo e si concentra in particolare sulla centralità che l’industria militare ha avuto e ha tutt’ora nel rafforzamento di questa supremazia. 

L’opera centrale raffigura perfettamente il sistema di potere attraverso l’arte, sin dal titolo: Take My Blood and Write on the Soil, the People Must Know That We Are Being Taken Prisoners, Theater Neumarkt, Zürich, 2023.
Photo Philip Frowein, Courtesy of the artist and Laveronica gallery

Intanto prosegue la mostra di Suzanne Jackson al Gam

Grande successo per la mostra Something in the World, curata da bruna Roccasalva, che fa parte del programma Furla Series promosso da Fondazione Furla. 
Suzanne Jackson è un’artista americana la cui pratica abbraccia un campo d’indagine ampio che esplora le potenzialità della pittura e si nutre di esperienze nella danza, nel teatro, nella poesia. La produzione iniziale di matrice pittorica e figurativa, popolata di personaggi, animali, simboli ancestrali e riferimenti alla natura, si evolve negli anni approssimandosi progressivamente all’astrazione, fino ad approdare all’elaborazione di un vocabolario molto personale in cui la pittura arriva a liberarsi della necessità di un supporto e diventa puro colore, assumendo una dimensione scultorea e ambientale.

Picture of Monica Camozzi

Monica Camozzi

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