Dodici. Gli anni che Marina Abramovic ha trascorso a fianco del suo compagno, l’artista tedesco Ulay. 1988, l’ anno in cui il loro rapporto è entrato in crisi per poi decidere di dirsi addio percorrendo la Muraglia Cinese dai due estremi opposti.
Novanta. I giorni di un lunghissimo viaggio, per un totale di 2500 km, che si è concluso incrociandosi per dirsi addio.
2024. L’anno in cui questa incredibile artista serba torna in Cina, precisamente al Modern Art Museum (MAM) di Shanghai dove si terrà la mostra “Marina Abramović: Transforming Energy” aperta dal 10 ottobre 2024 al 28 febbraio 2025 e spirata a una delle performance più iconiche dell’arte mondiale… la storica camminata avvenuta proprio nei lontani Anni ’80 attraverso la Grande Muraglia cinese
Il cuore pulsante di questa imponente esposizione che occuperà ben tre piani? Una incredibile selezione di opere e oggetti capaci di coinvolgere attivamente il pubblico, in un tripudio di lavori dominati dall’uso dei cristalli, che fungono da fonte di energia trasformativa sia per l’artista sia per i visitatori sino a creare una sorta di spazio immaginario che trascende i confini fisici.
Anche l’ approccio su più piani all’arte dell’Abramovic non è un caso ma serve a favorire un senso di connessione tra i visitatori, chiamati ad interrogarsi sul senso profondo dell’energia e dell’umanità.
«La mostra ha un grande significato nel panorama artistico asiatico e cinese: curata da Shai Baitel, direttore artistico del MAM di Shanghai, in stretta collaborazione con l’artista, la mostra presenterà oltre 1.000 immagini della camminata della Abramović sulla Grande Muraglia, insieme a una serie di nuove accattivanti opere d’arte create appositamente per questa mostra», ha specificato il Museo.
Oltre alla celebre opera The Great Wall Walk, una rassegna estremamente curata e approfondita offre uno spaccato molto interessante sulla prima arte partecipativa della Abramović, con una particolare attenzione rivolta al posizionamento dei corpi e ai cristalli. L’ultima tappa di questo “viaggio” culturale, intimo e riflessivo, dischiude invece le porte del terzo piano del MAM su nuove opere partecipative ed esemplificative della natura duratura della metodologia scelta per le sue performance art proprio Marina Abramovic.
Riecheggiano da Shanghai le parole di Shai Baitel, direttore artistico del MAM «È emozionante curare la mostra di Marina Abramović che presenta nuovi oggetti transitori. Invitiamo il pubblico a immergersi e a partecipare. Accogliere questa artista preminente in Cina, al MAM di Shanghai, con “Transforming Energy” è opportuno e atteso da lungo tempo».
A chi, dunque, avrà la fortuna di potersi recare in Cina a partire da Ottobre 2024 auguriamo non solo un buon viaggio ma anche e soprattutto una splendida esperienza dell’anima in seno ad una mostra unica, piena di vita e densa di emozioni.