Arte per ritrovare una propria identità e riflettere sul lato oscuro della Modernità
E’ il nono Paese più grande al mondo, storicamente abitato da popoli nomadi. E’ anche la prima economia dell’Asia Centrale. Lo dominano da sempre alte montagne che cullano nelle verdi valli del Tian Shan un’incredibile fauna selvatica.
È senza dubbio una terra fiabesca, magica. Una terra da ‘C’era una volta’. Ma anche una parte di mondo che ha molto sofferto e oggi torna a splendere con forza non solo sotto il profilo artistico.
Ecco a voi il Kazakhstan.
Un viaggio tra mondi immaginari per ritrovare un'identità perduta
Fra la steppa costellata di laghi, le magnifiche e sperdute moschee, i deserti occidentali che mozzano il respiro ad ogni nuovo sguardo e l’accoglienza calorosa delle guesthouse in villaggi che quasi all’improvviso offrono un’inattesa “riparo” ai viaggiatori, questa terra ricca di storie senza tempo e antichissime leggende rivive a Venezia – sino a fine Novembre 2024 – grazie alla Biennale Internazionale di Arte.
In un presente storico dove siamo tutti navigatori a vista di un’epoca dominata da turbolenze geopolitiche e migrazioni di massa che ci spingono sovente a re-immaginare gli scenari che ci circondano, ecco che proprio nella Serenissima l’arte kazakha fa il suo ingresso trionfale portando in scena opere incredibili chiamate a dar voce a narrazioni rimaste invisibili, poco rappresentate e comprese.
Questa mostra diventa così viaggio oltre l’orizzonte, riflessione sul lato oscuro della Modernità, invito ad esplorare mondi immaginari in cui ritrovare un’identità perduta.
Dal dominio sovietico alla libertà
25 ottobre 1990. Il Kazakistan proclama la sua sovranità. Bisogna però attendere il 16 dicembre 1991 perché il Paese si dichiari indipendente dall’Unione Sovietica. Da allora il popolo kazakho ha lavorato strenuamente per ridare lustro al proprio passato e soprattutto per riportare in superficie una storia locale troppo a lungo taciuta a causa del dominio sovietico.
Non a caso gli artisti kazaki sono stati storicamente poco rappresentati nel panorama artistico internazionale e questo perché il giogo moscovita non permetteva libertà di espressione oltre ad aver trasformato il Paese in una terra isolata dal resto del mondo e costellata di basi militari, con la conseguente impossibilità da parte degli stranieri di ottenere qualsiasi tipo di visto.
Panorama politico molto complesso e identità culturale difficile da decifrare hanno cosi messo in un angolo buio gli artisti kazaki emarginandoli ingiustamente. Oggi che Russia e Cina sono spauracchi di un dolente passato, il Kazakhistan sta riemergendo e la mostra di Venezia ne è una testimonianza tangibile.
Miti e leggende
Entrando nel Museo Storico Navale di Venezia si potrà infatti essere catapultati in una dimensione magica proprio con il Padiglione della Repubblica del Kazakistan che per la seconda volta mette piede in Europa e nello specifico su suolo italiano.
Jerūiyq: Viaggio Oltre l’Orizzonte (17.04 > 24.11.2024, Commissario: Aida Balayeva, Ministro della Cultura e dell’Informazione per la curatela di Danagul Tolepbay e Anvar Musrepov) e’ la speciale mostra che offre una moderna interpretazione dell’antica leggenda di Jerūiyq, a sua volta ispirata alle leggende kazake e al viaggio visionario del filosofo del XV secolo Asan Kaigy.

Jerūiyq è una terra promessa, un’utopia che affonda radici profondissime nelle narrazioni orali tramandate di generazione in generazione sotto il cielo del Kazakistan. Questo luogo mitico, descritto nei racconti del filosofo del XV secolo Asan Kaigy, non conosce né malattie né carestie e il Tempo coincide con quello di una vita eterna. Jerūiyq è una metafora o, se vogliamo, lo specchio della più alta aspirazione umana che guarda con desiderio ad un luogo di perfetta armonia e abbondanza.
La mostra riflette l’impegno del Kazakistan nei confronti del patrimonio culturale e dell’innovazione artistica. “Jerūiyq: Viaggio oltre l’orizzonte” si allinea al tema principale della Biennale Arte 2024 “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere”, curato da Adriano Pedrosa, incentrato sul concetto di “Altro” e sulle diverse narrazioni culturali.
Si tratta, infatti, di un “percorso trasformativo” che ridefinisce i concetti di arte, cultura e creatività, da un lato celebrando il patrimonio culturale del Kazakistan in un contesto globale e dall’altro portando all’attenzione del mondo opere di artisti kazaki dal 1979, per una riflessione a largo spettro sull’evoluzione del pensiero utopico, del futurismo decoloniale, della spiritualità, del Modernismo e del Cosmismo.
Artisti in mostra
Kamil Mullashev, nato nel 1944 a Urumqi, in Cina, è un artista versatile con una presenza globale. Dopo aver studiato a Urumqi e all’Istituto d’arte Surikov di Mosca, oggi vive e lavora ad Astana, in Kazakistan.
Yerbolat Tolepbay, nato nel 1955, figura chiave delle belle arti kazake, vive e lavora ad Almaty, Kazakistan. Celebrato a livello internazionale, le sue opere magistrali sono profondamente legate all’eredità kazaka e gli sono valse l’Ordine del Chevalier francese per le arti e la letteratura.
Saken Narynov (1946-2023) ha vissuto e lavorato ad Almaty, in Kazakistan, combinando le competenze architettoniche e scultoree con la sua passione per la scienza e la filosofia. Le sue opere innovative continuano a ispirare.
Sergey Maslov (1952-2002), figura centrale della scena artistica contemporanea kazaka, ha vissuto ad Almaty. I suoi metodi non convenzionali e la sua arte intrisa di miti hanno lasciato un segno profondo.
The2vvo, con Eldar Tagi (nato nel 1987) e Lena Pozdnyakova (nata nel 1985), originari di Almaty, ora duo artistico nomade con sede a Berlino. Il loro lavoro integra suono, arti visive e performance.
Anvar Musrepov, nato nel 1994, artista e curatore con sede ad Astana, si occupa di nuovi media, concentrandosi sul futuro e sull’identità. I suoi contributi hanno plasmato in modo significativo la new media art nell’ambiente dell’arte contemporanea locale.
Location
Padiglione della Repubblica del Kazakistan, Biennale Arte 2024 presso l’Edificio Storico del Museo Storico Navale, Riva S. Biasio Castello, 2148, 30122, Venezia VE, Italia (Lo spazio viene messo a disposizione per la prima volta per l’esposizione del padiglione nazionale).