In un mondo iperconnesso la mostra internazionale “PATHs” invita a riflettere sul potere dell'arte come catalizzatore di cambiamento
Venezia, si sa, è crogiolo prezioso di Arte da sempre declinata, vissuta e amata nelle sue più intime e accattivanti forme. In un contesto lagunare denso di incontri ed eventi di matrice culturale che invitano ora a riflessioni profonde ora a momenti leggiadri di pura bellezza, fa capolino una mostra che racchiude in se’ questa duplice essenza.
Si tratta della collettiva internazionale PATHs, che è aperta fino al 3 novembre presso gli spazi del Centro Culturale Palazzo Pisani Revedin.
Questa mostra va evidenziata in quanto strumento che va molto oltre il senso classico di una esposizione. Diventa strumento d’elezione per celebrare il potere dell’arte. Ovvero, connettere le persone e ispirare una visione del futuro.
In una danza armoniosa di installazioni, video, fotografie e dipinti che dialogano in modo superbo con altrettanti disegni, collage e performance, il curatore nonché acclamato gallerista americano Peter Hopkins ha dato vita insieme a Diana Hohenthal und Bergen di Berlin (responsabile della co-curatela) ad una delicata esplorazione artistico-concettuale di due temi oggi quanto mai cruciali: l’identità e l’appartenenza di ciascuno di noi nel contesto di una realtà globalizzata.
Punto nodale di quello che potremmo definire un percorso immersivo di opere intimiste e’ il movimento Artivista, che mette in luce la capacità dell’arte di promuovere cambiamenti sociali, ecologici e globali.
Neologismo, o se si preferisce ‘parola macedonia’, l’Artivismo e’ una sincrasi di ”arte” e “attivismo” il cui significato è quello di un’arte caratterizzata da un evidente nonché esplicito contenuto sociale. Gli artivisti tentano dunque di sollecitare le agende politiche proprio attraverso l’arte, puntando su lavori e progetti dal sapore quasi educativo, nell’intento di combattere i diktat del consumismo e gli stereotipi della globalizzazione. Tutto in favore di nuove forme di impegno sociale.
In questa direzione si inserisce a gran voce PATHs tra i cui artisti si è particolarmente distinto Dodi Reifenberg insignito dell’ Artivism Award 2024, per le sue opere dedicate all’inquinamento globale. L’uso innovativo di frammenti di plastica da parte di Reifenberg trasforma i rifiuti industriali in rappresentazioni visive estremamente coinvolgenti che richiamano l’attenzione sul danno ambientale.
Conosciuto per la sua partecipazione a Examples to Follow! e a diverse biennali internazionali, l’artista israeliano, ora attivo in Germania, continua a sfidare con le sue opere le percezioni dello spettatore su memoria, identità e ambiente.
L’arte, catalizzatore di cambiamento
In un’epoca di crescente individualismo, PATHs sottolinea l’importanza dell’interazione, invitando i visitatori a riflettere sul potere dell’arte come catalizzatore di cambiamento. A rendere possibile questa imponente collettiva anche DeFineArt, progetto nato dalla collaborazione tra la piattaforma SHIM e la rivista parigina THE EDGE Mag, con l’obiettivo di creare spazi di dialogo tra artisti, gallerie e pubblico promuovendo una riflessione collettiva sui temi cruciali del nostro tempo.
Procedendo fra gli spazi dell’antico Palazzo Pisani Revedin si viene coinvolti in una narrazione incalzante che incoraggia i visitatori a interrogarsi sul proprio ruolo all’interno della società e dell’ambiente naturale. Tra gli artisti di spicco, troviamo Alexandra Mas, la cui installazione multisensoriale Tenalach celebra la bellezza della natura e la necessità di proteggerla mentre Haralampi G. Oroschakoff, con Visages des frontières (“Volti dalle Terre di Confine”) esplora l’identità e le barriere culturali.
Brad Noble, con Triquetra Flesh, presenta invece un tableau di figure umane sospese che incarnano sulla tela la fragilità e l’interdipendenza umana. Sino ad arrivare alla pratica multimediale di Sam Heydt che utilizza tecniche di disturbo, generando realtà aumentate in grado di destabilizzare le rappresentazioni evidenziando la permeabilità dell’esperienza tra strati fisici e virtuali.
Di particolare interesse anche il progetto collettivo “PATHs – Postcards to Venice” che accoglie i visitatori nella prima sala con un’installazione di ben otto metri: qui le voci di tutti gli artisti si mescolano e si rincorrono creando un inatteso dialogo oltre i confini individuali. Ispirato alla tradizione della mail art, questo imponente lavoro collettivo diventa un manifesto d’eccezione che sottolinea l’importanza dell’impegno comunitario come antidoto all’isolamento e all’egoismo sociale.
PATHs presenta anche il progetto sperimentale “Chi ha paura dell’Intelligenza Artificiale?”, un virtuale incontro di arte tradizionale e intelligenza artificiale in una nuova prospettiva sull’evoluzione della creatività nell’era digitale.
ARTISTI IN MOSTRA
- Audrey Billups – Hawaii
- Roz Delacour – France
- Joslyn Doerge – USA
- Sam Heydt – USA
- Amy Jackson – UK
- Jill Krutick – USA
- Adélaïde Leferme – France
- Graeme Luey – Canada
- Alexandra Mas – France/Romania
- Bran Noble – USA
- Haralampi G. Orochakoff – Austria
- Cristian Pietrapiana – Argentina/Italy
- Dodi Reifenberg – Israel/Germany
- Annemarie RYAN – USA
- Ennio Spadini – Italy
- Marco Tassini – Italy
- Annette Werndl – Germany
- Michael Werndl – Germany
DOVE & ORARI
Palazzo Pisani Revedin – San Marco 4013A, 30124 Venezia
Lunedi: chiuso / Mart-Dom: 10.30-13.30 _ 14.00-18.30