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Riso italiano, orgoglio mondiale. Il presidente Bobba: «Ora aumentiamo il consumo pro capite».

Preservare un bene prezioso che, da sempre, è promotore dell’Economia Italia: il riso. E’ questo il compito di Natalia Bobba, primo presidente donna di Ente Nazionale Risi. 

«Assieme a Spagna e Portogallo siamo in prima linea da anni per difendere il riso europeo, ed italiano in primis, dalle importazioni “selvagge” di cereale proveniente dall’oriente, sia sfuso che già confezionato – rivela Bobba –  L’Ente Risi con il Masaf (Ministero Agricoltura Sovranità Alimentare e Foreste) stanno lavorando per l’introduzione di una clausola di salvaguardia automatica per ripristinare (ora assente) il pagamento di dazi per i paesi (PMA ovvero Paesi Meno Avanzati) che esportano riso in Europa».

Le previsioni per il raccolto 2024 sono buone: si prevedono, infatti, 218mila ettari coltivati e 16 milioni di quintali di risone di produzione, se la campagna sarà buona sotto tutti i punti di vista, climatici soprattutto. «Dopo la grave siccità vissuta nel 2022, e la diminuzione di superficie per i timori di una seconda annata con poca acqua nel 2023, le prospettive per il 2024 sembrano essere migliori – spiega la presidente -. Nel 2023 gli ettari coltivati a riso in Italia sono stati 210 mila, quindi l’incremento di quest’anno è un dato positivo di cui non si può non tenere conto. 

Altro segnale positivo è quello inerente ai trasferimenti di risone dai coltivatori all’industria, si registra un +15% da ottobre 2023 a gennaio 2024, dato che attesta come i consumi siano in lieve ripresa»

Ed è proprio sui “consumi” che si concentrano le attenzioni di Ente Risi:

«L’Italia produce il 55% del riso in Europa, un riso che viene riconosciuto per la sua alta qualità – afferma ancora Bobba – Il consumo pro capite in Italia si attesta sui 6Kg: un dato che mi piacerebbe far aumentare gradualmente attraverso la promozione e l’informazione a partire dai ragazzi delle scuole primarie e secondarie invitandole a visitare il Centro Ricerche sul Riso di Ente Risi che si trova a Castello d’Agogna non lontano da Vercelli. Occorre spiegare quali sono le virtù ed i benefici del riso, alimento fondamentale per chi soffre di celiachia ed intolleranze al glutine».

Un aspetto da non sottovalutare è quello del cambiamento climatico«Tutti gli agricoltori stanno vivendo in prima linea le conseguenze di questi mutamenti di natura straordinaria sul nostro territorio, basti pensare che nell’ottobre del 2020 anche la mia zona (tra Novara e Vercelli) è stata pesantemente colpita da un’esondazione, mentre la stessa nel 2022 è stata caratterizzata da una fortissima siccità che ha portato ad una mancata produzione di parecchi quintali» sottolinea la presidente.

«L’inizio della campagna 2023 che si presentava simile a quella del 2022, grazie poi alle piogge di maggio, si è ristabilita ribaltando le previsioni. In qualità di produttori di riso, abbiamo auspicato la realizzazione di nuovi invasi (o la ristrutturazione di quelli esistenti) per poter avere una riserva di risorsa idrica per i periodi più critici. Un altro punto che richiede particolare attenzione è quello della manutenzione degli alvei fluviali e della pulizia dei corsi d’acqua per la circolazione della stessa. 

La situazione è diversificata in Italia, ogni regione ha le sue peculiarità e le sue problematiche anche dal punto di vista idrogeologico. Ad esempio, le zone risicole nei pressi del Delta del Po, in casi di grave siccità, devono far fronte al problema della risalita del cuneo salino (che avanza a volte addirittura di parecchi chilometri e che danneggia fortemente le colture), fenomeno che non riguarda certamente Piemonte e Lombardia».

Infine, uno sguardo alle nuove tecnologie e alle biotecnologie: «Si tratta di innovazioni fondamentali che rappresentano una nuova frontiera per l’agricoltura – chiosa Bobba  – In particolare, avranno un peso sempre più decisivo le Tea (Tecniche di evoluzione assistita). Grazie alla ricerca e a queste nuove tecniche, andando ad agire su alcuni aspetti botanici delle piante, si potranno infatti ottenere varietà più resistenti alle fitopatie».

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