Il decreto Salva casa (Dl n. 69/2024) entra ufficialmente in vigore. Lo stesso, infatti, è stato firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ed è stato pubblicato, dopo gli annunci dei giorni scorsi, sulla Gazzetta Ufficiale del 30 maggio. Come affermato in precedenza, entra quindi in vigore da subito, facendo scattare la nuova procedura di accertamento di conformità, a pagamento (con cifre comprese tra mille e 31mila euro), per le difformità parziali rispetto a quanto autorizzato dai Comuni. Il provvedimento ora andrà alle Camere per la conversione in legge.
Le misure mirano a semplificare le normative edilizie, ridurre le barriere burocratiche, incentivare la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e stimolare il mercato immobiliare. Il provvedimento punta anche a risolvere le problematiche amministrative locali e a promuovere un futuro sostenibile.
In fase di conversione, il decreto subirà ulteriori modifiche, come anticipato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, per inserire norme aggiuntive volte alla semplificazione dell’attività edilizia.
Le richieste ai Comuni
Proprio le amministrazioni comunali saranno le protagoniste di questa fase. La nuova procedura di accertamento di conformità sarà simile a quanto già previsto dal Testo unico edilizia, ma bisognerà comunque adeguare modulistica e pratiche, in tempi record, alle differenze introdotte dal provvedimento.
Le recenti modifiche introdotte dal decreto “Piano salva casa” hanno implicazioni significative anche per la gestione condominiale, in quanto ampliano le categorie di interventi di edilizia libera.
Tra le nuove previsioni rientrano anche le tende da sole e le Vepa, ovvero le vetrate panoramiche amovibili. Tali innovazioni, però, incontrano un limite: devono essere effettuate senza compromettere il decoro architettonico degli edifici condominiali. Le nuove disposizioni si inseriscono nell’ambito dell’articolo 6 del Dpr 380/2001, che disciplina le diverse categorie di interventi realizzabili in edilizia libera, ossia quelli eseguibili senza necessità di titolo abilitativo.
Non tutte le norme del decreto, però, avranno come riferimento la data del 30 maggio. Il capitolo dedicato alle tolleranze, infatti, sarà agganciato a una data diversa, quella del 24 maggio. Solo i lavori realizzati entro quel termine, infatti, potranno sfruttare il nuovo regime di tolleranze, più favorevole. Le tolleranze costruttive non saranno più del 2%, come adesso, ma saliranno fino al 5% e saranno parametrate alla dimensione dell’immobile.
Per le case più piccole ci saranno tolleranze più alte. Un trilocale di 100 metri quadri avrà una tolleranza del 4%, che potrà tradursi in stanze più grandi. Fino alla data del 24 maggio avranno valore anche le nuove tolleranze esecutive, che legittimano le difformità legate all’esecuzione delle opere.