Botti e petardi di Capodanno: cosa prevedono le città italiane
A Capodanno, l’Italia si divide sui fuochi d’artificio. Mentre alcune città impongono divieti severi, altre preferiscono puntare su raccomandazioni o rimangono senza regole specifiche. Ecco una panoramica delle disposizioni previste per la notte di San Silvestro nelle principali città.
Roma: divieto assoluto
Nella Capitale, il sindaco Roberto Gualtieri ha deciso di vietare completamente i fuochi d’artificio. L’ordinanza sottolinea che questi prodotti rappresentano un pericolo oggettivo se non utilizzati con estrema cautela. Il divieto include ogni tipo di artificio pirotecnico, dai botti di libera vendita ai petardi più semplici, come i raudi o i razzetti. Chi viola le regole rischia multe da 25 a 500 euro, oltre al sequestro del materiale.
Milano: un appello alla moderazione
A Milano, invece, non ci sono divieti ufficiali, ma il Comune invita i cittadini a limitare l’uso dei botti per ridurre l’inquinamento atmosferico da polveri sottili (PM10). Questo approccio è dovuto a una sentenza del Tar che ha annullato il divieto contenuto nel regolamento sulla qualità dell’aria. Tuttavia, alcune città lombarde come Bergamo, Pavia, Varese e Como adottano un approccio più rigido, vietando del tutto i botti. A Brescia il divieto si applica solo al centro storico, mentre Cremona lo limita ai luoghi pubblici.
Torino e il Piemonte: linea durae
Anche Torino adotta il pugno di ferro, ma qui il divieto è già previsto dal regolamento di Polizia urbana e non necessita di ordinanze specifiche. Esplosioni di botti e petardi sono proibite in ogni luogo pubblico o privato dove si svolgono manifestazioni, così come nelle vie e piazze cittadine. Stessa politica a Vercelli e Alessandria, mentre Alba ha emesso un’ordinanza ad hoc. Verbania, invece, consente l’uso di articoli pirotecnici durante la notte di Capodanno, purché in luoghi isolati e senza rischi per persone o animali.
Firenze e la Toscana: regole chiare
A Firenze, il divieto è in vigore dalle 17 del 31 dicembre alle 7 del 1° gennaio e riguarda sia la detenzione che l’esplosione di artifici pirotecnici in spazi pubblici. Le multe possono arrivare fino a 500 euro. Simili restrizioni valgono anche a Siena, Arezzo e Pistoia, con orari specifici per ogni città. A Lucca, il divieto è già previsto dal regolamento di Polizia urbana e rimarrà valido anche nel 2024.
Venezia e il Veneto: niente botti nei centri abitati
A Venezia, i botti sono vietati in tutti i centri abitati del territorio comunale, una regola già presente nel regolamento locale. A Treviso, invece, un’ordinanza specifica estende il divieto fino al 7 gennaio.
Napoli e la Campania: approcci contrastanti
Napoli si distingue per la totale assenza di divieti, ma Salerno adotta una linea opposta, vietando i botti per tutto il periodo delle feste, salvo eventi autorizzati. Anche Benevento impone restrizioni, mentre a Caserta si opta per un approccio più morbido, invitando i cittadini alla prudenza.
Genova e la Liguria: divieti ben definiti
A Genova, un’ordinanza vieta l’uso di articoli pirotecnici dalle 19 del 31 dicembre alle 7 del 1° gennaio su tutto il territorio comunale. Regole simili valgono a Savona, con un divieto esteso dalle 14 del 30 dicembre fino alla mezzanotte del 1° gennaio.