In questo angolo di Liguria, la tecnologia si fonde con la visione, tracciando il percorso di un futuro in cui l’Italia continua a essere protagonista dell’innovazione globale.
A pochi passi dal viadotto Genova San Giorgio, simbolo di rinascita dopo il crollo del Ponte Morandi, sta emergendo un polo tecnologico d’eccellenza: la Robot Valley. Questo distretto, destinato a diventare uno dei più importanti in Europa, incarna l’innovazione del territorio ligure e la capacità italiana di primeggiare nel settore della robotica e dell’automazione.
L’epicentro di questo ecosistema è l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), fondato nel 2003 per promuovere la ricerca avanzata e l’alta formazione tecnologica nel Paese. La sua nascita è il frutto della visione strategica di Giulio Tremonti e Letizia Moratti, che hanno voluto gettare le basi per un’infrastruttura all’avanguardia.
Con 16 sedi in Italia, di cui cinque a Genova, e due all’estero, l’IIT rappresenta una delle punte di diamante della ricerca italiana.
Tra i fiori all’occhiello dell’istituto si distingue il Center for Convergent Technologies (CCT), la più grande struttura di ricerca dell’intera rete IIT, che ha ospitato l’inizio del progetto nel 2006. Questo centro, insieme all’università, al CNR e a numerose aziende e istituti di ricerca, alimenta un ecosistema virtuoso che ha proiettato l’Italia ai vertici della robotica mondiale.
Quindi il Center for Human Technologies (Cht), che sviluppa tecnologie per la salute umana, la riabilitazione e l’interazione uomo-macchina; il Center for Joint Industrial Research (Cjir), lanciato nel 2020, che ospita i laboratori di robotica industriale; il Center for Robotics and intelligent systems (Cris), dove vengono studiate e sviluppate le principali piattaforme di robotica dell’istituto; il Center for Synaptic Neuroscience and Technology (Nsyn), che si occupa dello sviluppo di tecnologie innovative applicabili nell’ambito delle neuroscienze.
I numeri del settore sono impressionanti: oltre 104mila imprese attive, 429mila addetti e un fatturato che nel 2023 ha raggiunto circa 7,6 miliardi di euro. Il nostro Paese si colloca inoltre al terzo posto a livello globale per valore delle esportazioni di robot industriali, un primato che riflette la qualità e l’innovazione delle nostre tecnologie.
La storia
Nel 2005, Roberto Cingolani ne assumeva la direzione e con il 2006 venivano costruiti i laboratori, avviando l’attività scientifica. Nel 2011 la prima startup dell’Iit (3Brain GmbH) nel campo delle neuroscienze, nel 2017 altra startup – Movendo Technology – finanziata con 10 milioni di euro dal gruppo Dompé, l’anno successivo BeDimensional, dedicata alla produzione dei materiali bidimensionali, avrebbe raccolto 20 milioni di euro di investimenti privati.
Nel 2023, nell’area di San Quirico, è stato inaugurato il Cris, con 12 milioni di euro di investimento per una struttura che ospita linee di ricerca che vanno dalla chirurgica all’industriale, cioè dagli esoscheletri riabilitativi all’esplorazione spaziale. È nella sede di San Quirico che convergono le competenze dell’Iit in tema di robotica, e se gli scienziati robotici dell’Iit sono 468, “l’80% è concentrato in questo centro, con l’idea di fare massa critica”, spiegò Giorgio Metta, attuale direttore scientifico, al taglio del nastro.
Raise: la sinergia tra robotica e intelligenza artificiale per un futuro sostenibile
Nel cuore della Robot Valley di Genova, da due anni prende forma un ambizioso progetto che unisce robotica e intelligenza artificiale con l’obiettivo di promuovere uno sviluppo socio-economico sostenibile: Raise, acronimo di Robotics and AI for Socio-economic Empowerment. Sostenuto da una dotazione di 110 milioni di euro, in gran parte provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), Raise rappresenta una scommessa sul futuro che mira a tradurre le competenze tecnologiche del territorio in soluzioni concrete.
Entro il 2025 verranno realizzati prodotti, servizi o prototipi nel campo della sanità, dell’ambiente, della vivibilità della città e del porto, attingendo alle competenze consolidate sul territorio.
Un progetto coordinato dal tridente Iit, Cnr e Università di Genova. Si lavora per realizzare sistemi robotici, dispositivi e ambienti intelligenti per la cura della persona anche da remoto, tecniche per l’accumulo e la distribuzione di energia e sistemi di monitoraggio e prevenzione di rischi naturali e antropici per gli ecosistemi urbani, terrestri, marini e costieri. A Genova, città-nave, è poi cosa naturale studiare sistemi di monitoraggio e di simulazione, tecnologie robotiche e di IA per la logistica e la sicurezza in ambito portuale e marino.
Gli altri progetti
Nel frattempo è stato creato RoboIT, primo polo nazionale per il trasferimento tecnologico della robotica, su cui Cdp Venture Capital, il fondo per l’innovazione di Cassa Depositi e Prestiti, ha investito 40 milioni, mentre Pariter Partners, oltre a co-investire, supporta l’accelerazione imprenditoriale dei ricercatori, affiancandoli nelle fasi di sviluppo dei prototipi e durante la costituzione delle società. Gli attori del RoboIT sono, di nuovo, l’Iit di Genova, le università di Verona e di Napoli e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Tra le creature genovesi più eclatanti ricordiamo Pepper, il robot umanoide progettato per interagire con gli esseri umani. Lanciato nel 2014 dalla SoftBank Robotics, è stato perfezionato all’Università di Genova, anche con un importante apporto della giovane Lucrezia Grassi. E già spopola in alcune Rsa italiane. Altro robot umanoide è AlterEgo, frutto del lavoro congiunto dell’Iit e del centro E. Piaggio dell’Università di Pisa: un robot open source che ha due braccia in grado di manipolare in modo sicuro ed efficiente l’ambiente circostante e può essere comandato da remoto e fornire assistenza domiciliare o in ospedale.
L’anno scorso l’Iit ha celebrato i 20 anni di attività con il robot umanoide ergoCub, frutto di un progetto triennale da 5 milioni in collaborazione con Inail, che riconosce visivamente oggetti e azioni ed è in grado, per esempio, di ricevere e consegnare oggetti. ErgoCub è usato per favorire l’integrazione delle macchine nell’ambiente di lavoro.
L’ascesa della robotica
La Robot Valley di Genova non sarebbe completa senza la presenza di leader industriali e nuove promettenti startup che spingono i confini dell’innovazione. Tra questi, Leonardo, colosso tecnologico internazionale, e la giovane ReWing, nata dalla ricerca dell’IIT, Exsensia, Danieli Telerobot Labs.
Leonardo: il leader tecnologico
Leonardo, tra le principali aziende della Robot Valley, è sinonimo di eccellenza grazie alla sua rete di Labs, centri di ricerca e sviluppo che esplorano tecnologie innovative nei settori dell’automazione, sicurezza e robotica avanzata. La presenza di Leonardo rafforza la capacità del distretto di attrarre investimenti e sviluppare applicazioni di alto impatto.
ReWing: intelligenza artificiale per la riabilitazione
Nata nel 2022 dalla ricerca dell’IIT, ReWing è una startup che si dedica alla riabilitazione sensomotoria di pazienti con disabilità ortopediche e neurologiche. I suoi dispositivi robotici per gli arti superiori utilizzano algoritmi di intelligenza artificiale per adattarsi automaticamente alle necessità del paziente, bilanciando il supporto fornito e la partecipazione attiva.
La piattaforma ReWing AI connette tutti i dispositivi sviluppati, integrando i dati per fornire valutazioni complete e ottimizzare i percorsi terapeutici. Grazie a queste innovazioni, ReWing si distingue nel panorama della robotica sanitaria.
Exsensia: semplificare la programmazione robotica
Exsensia, un’altra startup nata dall’IIT, si focalizza sulla creazione di software e strumenti per la programmazione intuitiva di sistemi robotici industriali complessi. La sua tecnologia consente l’integrazione di robot e sensori di diverse marche, accessibile anche a utenti senza esperienza tecnica.
La piattaforma software di Exsensia, gestibile da dispositivi multipiattaforma tramite un’interfaccia web, rappresenta una soluzione rivoluzionaria per il controllo e la programmazione di sistemi robotici, rendendoli più flessibili e facili da utilizzare.
Danieli Telerobot Labs: robotica per l’industria siderurgica e oltre
Fondata da David Corsini e acquisita nel 2016 dal gruppo Danieli Officine Meccaniche, Danieli Telerobot Labs è un centro di eccellenza nella robotica industriale. La sua tecnologia è applicata a operazioni complesse come la bonifica di edifici dall’amianto, l’ispezione di gasdotti a 2.000 metri di profondità o la manutenzione di forni di fusione.
Un’innovazione significativa è il guanto robotico per la riabilitazione della mano, premiato con il Premio Innovazione Smau 2018. Il dispositivo, programmabile in modo semplice, supporta movimenti attivi e passivi delle dita, migliorando i percorsi riabilitativi dei pazienti.