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Mercato e tendenze. Analisi e Prospettive del Franchising in Italia

In un contesto economico globale che continua a presentare sfide, il franchising si conferma un modello imprenditoriale resiliente e capace di attrarre nuovi investitori. Con formule collaudate che riducono i rischi e ampliano le possibilità di guadagno, il franchising offre a imprenditori e investitori l’opportunità di entrare in settori in forte crescita, sfruttando trend emergenti e rispondendo ai bisogni reali della società.

Dalle ghost kitchen alla mobilità elettrica, dai servizi ecologici alle tecnologie avanzate, il 2024 apre le porte a un futuro in cui il franchising diventa sinonimo di resilienza e successo.

I dati del settore

Secondo i dati di settore, il franchising rappresenta una parte rilevante dell’economia in molti Paesi. In Italia, il comparto ha registrato una crescita del 3,5% nel 2023, con un fatturato complessivo di circa 27 miliardi di euro, e si prevede un ulteriore incremento nel 2024.

 Le nuove affiliazioni hanno visto un aumento del 4%, con settori come ristorazione, mobilità sostenibile e servizi digitali in prima linea. Questi investimenti riflettono la fiducia degli imprenditori nel modello di franchising e la sua resilienza, anche in tempi economicamente incerti.

A livello globale, il franchising contribuisce significativamente al PIL di Paesi come gli Stati Uniti, dove il settore ha superato i 800 miliardi di dollari nel 2023. Anche l’Europa segue questo trend, con una particolare espansione nei settori della sostenibilità e del digitale.

L’ambito occupazionale ha beneficiato enormemente, con i negozi in franchising che hanno contribuito alla creazione di oltre 120.000 nuovi posti di lavoro, portando il totale degli addetti nel settore a 252.848, con un aumento del 6,3% rispetto al 2022. 

Settori di franchising ad alta redditività e occupazione in Italia

Il franchising in Italia si caratterizza per una combinazione di solidità, crescita e varietà settoriale, elementi che lo rendono un pilastro rilevante dell’economia nazionale. Molti dei marchi di maggior successo operano in ambiti altamente redditizi e con un significativo impatto occupazionale, confermando l’appeal di questa formula imprenditoriale per chi desidera avviare un’attività in aree strategiche.

Il franchising alimentare si conferma uno dei pilastri del panorama italiano, con un valore aggiunto di 12,5 miliardi di euro nel 2023, pari al 33,7% del totale del settore. Grazie alla domanda stabile dei consumatori, il comparto dimostra una notevole resilienza economica, impiegando 78.000 addetti, il 31% dell’occupazione complessiva nel franchising. Gli investimenti, pari a 1,8 miliardi di euro, testimoniano la fiducia nel suo potenziale di crescita.

Anche l’abbigliamento e gli accessori mantengono un ruolo di rilievo, con un valore aggiunto di 8,2 miliardi di euro e 52.000 lavoratori impiegati. L’attenzione al marketing innovativo e alla comunicazione visiva ha guidato investimenti per 1,2 miliardi di euro, consolidando il settore tra le scelte più attraenti per gli investitori.

Il comparto dei servizi alla persona, che include il benessere e la cura individuale, ha registrato una crescita significativa, raggiungendo un valore aggiunto di 7,8 miliardi di euro e occupando 64.000 addetti. Questo settore beneficia della crescente richiesta di soluzioni personalizzate e dell’importanza attribuita alla professionalizzazione degli operatori, con investimenti che hanno toccato 1,1 miliardi di euro.

Infine, il franchising online si distingue per la sua rapida espansione. Con un valore aggiunto di 1,2 miliardi di euro e 15.000 addetti, il comparto si trasforma grazie all’e-commerce e alle strategie di marketing digitale, offrendo opportunità interessanti per gli imprenditori che puntano su un modello innovativo e dinamico.

Master franchising vs sub-franchising: Quale scegliere ?

Nel mondo del franchising, esistono due modelli che rappresentano strategie efficaci per espandere un marchio: il master franchising e il sub-franchising. Sebbene entrambi puntano a consolidare la presenza del brand in nuovi territori, si distinguono per approccio e dinamiche operative.

Master franchising: il “Franchisor del Franchising”

Pensiamo al master franchising come a un livello intermedio nella catena del franchising. In questo modello, il franchisor concede a un imprenditore locale – il master franchisee – il diritto esclusivo di sviluppare il marchio in un territorio definito. Il master franchisee diventa così un vero e proprio sub-franchisor, responsabile di reclutare, formare e supportare i sub-franchisee, ovvero coloro che gestiranno i singoli punti vendita.

Oltre alla selezione dei partner locali, il master franchisee offre supporto operativo e strategico, occupandosi di marketing, formazione e gestione delle attività. In cambio, riceve dal franchisor una quota sui profitti generati dalle affiliazioni che gestisce nel proprio territorio. Questo modello è particolarmente efficace per espandersi in mercati lontani o con peculiarità culturali specifiche, dove il master franchisee può agire come ponte tra il brand globale e il contesto locale.

Sub - franchising: la forza delle singole unità

Il sub-franchising, invece, si focalizza sull’operatività della singola unità commerciale. In questo caso, un imprenditore – il sub-franchisee – ottiene il diritto di utilizzare il marchio e replicare il format del franchising per aprire un punto vendita in una determinata area.

Il sub-franchisee opera seguendo le linee guida stabilite dal franchisor e dal master franchisee, garantendo coerenza con gli standard del brand. In cambio, paga una royalty per accedere al know-how, ai materiali promozionali e al supporto continuo offerti dalla rete.

Quale modello per l’Italia?

Nel panorama italiano, caratterizzato da una forte diversità regionale e una grande attenzione alla qualità dei servizi, il master franchising può essere una soluzione ideale per introdurre marchi internazionali, affidando la gestione a partner locali ben radicati nel territorio.

Il sub-franchising, invece, si dimostra vincente per espandere la presenza del brand su scala capillare, puntando su imprenditori motivati a operare in settori strategici come la ristorazione, i servizi o la moda.

Entrambi i modelli, se ben implementati, rappresentano strumenti potenti per far crescere un marchio, mettendo in sinergia visione strategica globale e conoscenza del mercato locale.

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