Esiste un asset finanziario non volatile, che non viene scalfito dai dissesti mondiali ed è fiscalmente molto vantaggioso. Le pietre preziose, quelle realmente rispondenti a questo aggettivo.
Qualche esempio? I rubini birmani hanno un valore che va da 10mila e 1,3 milioni di dollari per carato. Il Crimson Flame, un rubino birmano di 15 carati, è stato venduto a 18 milioni di dollari da Christie’s Hong Kong. Sotheby’s ha battuto il Cullinan Blue di De Beers, diamante blu eccezionale di 15.10 carati, alla cifra vertiginosa di 57,4 milioni, stabilendo un nuovo record mondiale per un diamante blu.
Nel mondo esistono oltre 4.000 minerali, ma solo 130 sono considerati gemme e meno di 50 sono tipicamente usati.
Il mercato non è mosso solo dai diamanti, anzi: se il mercato globale della gioielleria in diamanti è stato valutato 96,4 billion nel 2023 e si prevede si espanda del 3,2% entro il 2030, sono le cosiddette pietre colorate ad avere performance interessanti come investimento, dal punto di vista finanziario e fiscale.
A guidarci in questa panoramica è Willy Siffredi, Coo di Stardust, l’azienda di famiglia, che tratta rubini birmani e gemme preziose da circa 23 anni. Gemmologo, gioielliere, un bachelor degree alla GIA, uno degli istituti gemmologici più prestigiosi del globo, un master in pietre preziose rare viste in prospettiva finanziaria e geo economica.
Secondo i dati di Grand View Research, rilasciati da Bloomberg, la dimensione del mercato globale delle pietre preziose colorate è stata valutata a 1,55 miliardi di dollari solo nel 2023 e si prevede che raggiungerà i 4,64 miliardi di dollari entro il 2030, con un tasso di crescita (CAGR) dell’11,6% dal 2023 al 2030.
Un asset importante nel wealth management
«Rubini birmani, zaffiri del Kashmir, diamanti colorati hanno vantaggi numerosi come asset finanziari rispetto al real estate o allo stock market – racconta il manager – In primis l’aspetto fiscale che non li rende suscettibili di imposte di successione. Inoltre salgono ogni anno di prezzo e hanno una volatilità bassissima».
Un propulsore importante sono le case d’asta: i loro annual sale report è uno dei driver più importanti del mondo dell’alta gioielleria.
I grafici sottostanti mostrano la crescita delle compagnie che commercializzano pietre preziose colorate, comparata con la crescita di oro e platino e alcuni indici di borsa e dell’oro. Le performance dei rubini sono sorprendenti.


Un valore al riparo dagli eventi mondiali
«Uno dei fattori che rende questo tipo di investimento appetibile è che il valore delle pietre non è soggetto agli eventi mondiali». Il mercato è spinto da compagnie o trader privati che scambiano pietre ogni giorno mantenendone il prezzo alto. In più, la creazione di trade shows genera billions perché durante questi eventi la vendita e la creazione di accordi commerciali rifornisce migliaia di negozi nel mondo.
GEM Geneve, JA New Yok, Palm Beach Jewelry show, VOD Dubai, Hong Kong Jewellery and ora Montecarlo Gems: una manifestazione nata dall’esigenza di rivolgersi al cliente finale, in un settore dove gli scambi avvengono fra commercianti e rivenditori in linea di massima.
«La nostra azienda, la Stardust, è presente a Monaco da più di 25 anni, con una focalizzazione particolare sui rubini birmani. Abbiamo sempre organizzato esposizioni private e, in parallelo, il nostro focus è sempre stato proporre il mercato delle gemme ai nostri clienti come investimento, al fine di diversificare il proprio asset con margini molto importanti».
A tutti gli effetti, rubini, zaffiri, smeraldi, diamanti hanno performato meglio del Nasdaq e del Dow Jones.
Gli australiani sono specialisti nei diamanti rosa (Argile Diamond), il kashmir è leggendario per i suoi zaffiri, così come la Colombia.
Ci sono le perle Melo Melo (così dette per la provenienza dal mollusco Volutidae Melon), legate alla famiglia imperiale del Vietnam: anche qui, un’asta di Christie’s raggiunse la cifra di 488.000 dollari per una perla di 19,35 mm.
L’origine cambia drasticamente il valore
Le pietre hanno certificazioni che determinano il loro mercato: origine, dimensione, caratteristiche e informazioni su trattamenti ne cambiano drasticamente il valore. La difficoltà del mining, la scarsità, la situazione politica del paese di provenienza, le difficoltà burocratiche sono dirimenti.
Inoltre identificare l’origine di una pietra colorata è complicato, vanno identificati elementi estranei presenti nella pietra e mappati insieme alla caratteristiche dei terreni di alcune aree geografiche.
Il gioco vale la candela, se Ekati Canada, per la sua miniera di diamanti, ha investito più di 700 milioni per cercare l’area e sviluppare le operazioni di estrazione, con un valore stimato nel sottosuolo di 8,6 billion.
In foto alcuni capolavori esposti a Montecarlo Gems:
1)Conchita’ necklace by Marina B
1983, pezzo unico, oro giallo 18 carati, perle, diamanti, onice e citrino.
2)Un capolavoro di Harakh
3)Enchantress necklace by Autore
4)un pezzo di Kahn Jewelry con smeraldi colombiani
5)Bracciale di Busatti Milano