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Il barometro dei decision makers aziendali volge al bello o al brutto?

Se è vero che sopravvive il più propenso a gestire il cambiamento, allora le aziende italiane sembrano perfettamente allineate a questa forma mentis. O meglio, così emerge dal C-Suite Barometer 2024 di Forvis Mazars, network che offre servizi di audit, tax e consulenza il tutto il mondo, operando attraverso la Forvis Mazars LLP negli USA e il gruppo attivo in oltre cento paesi aziendali.

Nel report, che coinvolge 800 decisori aziendali chiave in 30 paesi del mondo,  i decision makers italiani si mostrano più ottimisti dei loro omologhi internazionali. Investimenti e forti motivazioni alla crescita sembrano dominare il sentiment dei leader, nonostante i rincari energetici e i vincoli delle norme ESG.

La crescita? Ci sarà e sarà organica

Secondo il 100% degli interpellati in Italia, non solo vi sarà una crescita, ma sarà organica per il 59%. Il sentimento positivo è rafforzato dalla previsione di aumento degli investimenti, che in Italia sale all’83% (era il 67%). 

Quali le priorità strategiche? Manco a dirlo, sostenibilità (43%), attrazione e  fidelizzazione dei talenti (37%) e trasformazione tecnologica (31%).  Sempre in Italia, fra le tendenze che avranno secondo i leader più impatto sui business ci sono le nuove tecnologie emergenti (41%) seguite dall’aumento dei prezzi dell’energia (33%) e dalle aspettative ESG delle autorità di regolamentazione (31%). 

I trend al microscopio: sostenibilità

Il report sostenibilità diventa prioritario per i decisori: 9 su 10 si dicono pronti alla nuova rendicontazione, ovvero il 90% rispetto al 79% della Francia e al 71% della Germania. In Italia ci sono infatti maggiori probabilità che la rendicontazione di sostenibilità sia integrata in quella finanziaria rispetto al fronte internazionale. 

La comprensione della normativa rappresenta però una sfida per il 39% dei manager, così come la raccolta e la qualità dei dati che mettono in difficoltà il 41% dei manager. Inoltre, circa il 90% dei leader italiani (molti di più rispetto al 50% dei colleghi di Francia e Germania), afferma di avere inserito a budget i costi.

La difficoltà di trovare talenti e le sfide della AI

Quasi la metà degli intervistati trova difficile reperire collaboratori qualificati, ma non è un problema italiano bensì globale.  Qui in Italia, i manager ritengono che la AI porterà forti cambiamenti a livello aziendale (84%) e il 96% ha già iniziato a usarla nelle proprie organizzazioni. Un tema cruciale è quello relativo all’utilizzo di questo strumento: fattore dove l’Italia si conferma molto attenta, con l’88% dei decisori che si interroga sulle regolamentazioni.

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