Il gigante globale cinese e l’artigiano di ricerca italiano: insieme per la bellezza sostenibile
La maglieria ci regala un’esemplificazione del concetto “think global, act local”. Il gigante cinese Cosinee, leader nel mercato dei filati pregiati e sostenibili, è approdato nel laboratorio di ricerca sperimentale di Vitelli, azienda milanese capace di fare della lana una filosofia visiva.
Ieri, a Pitti Uomo, sotto la dicitura Cashmere Trail, sono stati presentati 10 outfit capaci di tracciare un viaggio dalle alture della Mongolia al alle morfologie del fashion 4.0. Lo spirito raccolto sulle alture, insieme ai pastori, è passato per Ningbo ed è atterrato alle Costruzioni Lorenesi della Fortezza da Basso, dischiudendoci un futuro che apparenta globalizzazione e artigianalità.
Un impegno per lo sviluppo sostenibile
“Questa collaborazione è un impegno per lo sviluppo sostenibile” ha detto Boris Xue, CEO di Cosinee. Ma come è arrivato il gigante cinese a scegliere l’artigiano di ricerca? “La nostra partnership con Vitelli ha lo scopo di ispirare la produzione responsabile, unendo l’innovazione italiana alla capacità manifatturiera cinese”.
Il manager ha altresì sottolineato che questo esordio può essere l’apertura di una nuova porta creativa, a favore della bellezza sostenibile.
“Insieme alla crescita della visibilità e della produzione di Cosinee, abbiamo intenzione di sostenere e coltivare i talenti internazionali e locali della maglieria attraverso il nostro progetto, Phoenix Plan”.
La rigenerazione: ecco la scintilla che attratto l’attenzione del gigante cinese
“Tutto è nato dall’interesse di Cosinee per le pratiche di rigenerazione portate avanti da Vitelli –ha specificato Mauro Simionato, fondatore del brand milanese Il laboratorio italiano fa della maglieria un progetto culturale, quasi antropologico e l’interesse per la supply chain del gigante cinese ha prodotto un naturale invito: “ci hanno risposto perché non venite e appurate di persona?”.
Così, Vitelli, in compagnia del fotografo tedesco Patrick Bienert, ha intrapreso il suo viaggio dai reparti tecnici di Ningbo –dove oltre alla filatura si pratica il riciclo- alle alture della Mongolia. Una narrazione del cashmere, della natura e del futuro dove il glamour può abbracciare davvero la difesa dell’ambiente.
La bellezza che rispetta il pianeta. E l’italianità come interprete estetico
Per il gigante cinese, la sostenibilità certificata è una mission aziendale: ciò include proteggere le comunità di pastori, riciclare i filati colorati, usare materiale eco compatibile. Il 30% dell’energia che serve alla produzione viene da impianti solari e fotovoltaici. Cosinee ha impiantato qui la prima filatura di nuova generazione: costi ridotti, produttività aumentata, controllo totale sulla supply chain.
Dal canto suo, Vitelli è uno dei migliori interpreti del nuovo. Il marchio fondato nel 2017 da Simionato, ha esordito come collettivo di creativi accomunati dalla ricerca di pratiche sostenibili.
Vitelli usa infatti filati a chilometro zero, talora di recupero, per esprimere uno stile eclettico, anticonformista, estremamente all’avanguardia, prendendo ispirazione dalla cosiddetta Cosmic Youth, il movimento degli anni 80 mosso da un’ispirazione estetica multiculturale. Non a caso il motto del brand milanese è Less waste more Cosmic: una delle tecniche portate avanti dal team di Simionato è infatti il recupero dei fondi cono del filo, di solito buttati e qui riutilizzati ibridando maglia e tessuto grazie alla straordinaria capacità manifatturiera che rende unico l’artigiano italiano.
Ciliegina sulla torta: la capacità di Bienert di ritrarre il nuovo
Patrick Bienert ci ha reso appieno l’emozione, con il sapore crudo della natura, legata ai paesaggi, alla tosatura, riuscendo a rendere lessico anche una bobina di filato. Nonostante collaborazioni prestigiose come quella per Vuitton e Jil Sander, l’interesse primario del fotografo tedesco rimane documentare le culture giovanili e le trasformazioni del nostro tempo. Nel 2020 Bienert ha pubblicato “East end of Europe”, un linguaggio attraverso le generazioni filo europee della Georgia.