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Digitalizzare e attrarre talenti: le sfide della più grande law firm italiana

Digitalizzare e attrarre talenti: le sfide della più grande law firm italiana

I numeri e le dimensioni di un’azienda per la pratica del diritto: una  fattispecie che in Italia ha trovato in BonelliErede il suo incipit. 

Lo studio legale tradizionale dove il dominus svolgeva la sua attività senza di fatto alcuna struttura di supporto e una law firm sono due mondi completamente  diversi: la complessità del lavoro che viene svolto in una moderna law firm  impone ai professionisti , oltre alla conoscenza del diritto e alla capacità di seguire pratiche spesso complesse alcune soft skills, come il project management, la capacità di lavorare in team e di gestire un team, non tipiche dell’avvocato tradizionale; in più una law firm richiede un management team qualificato e  una struttura gestionale completamente separata dalla professione, un IT evoluto capace di rispondere ai rischi attuali e alle sfide future e un settore marketing. 

BonelliErede, come spiega Umberto Nicodano, primo managing partner dalla fondazione e per tre mandati, socio dello studio fino al 2022,  “ha cambiato il paradigma degli studi legali italiani”.

“25 anni fa siamo stati i primi ad avere una palazzina terra cielo e a fondere le esperienze di 3 protagonisti assoluti della professione. Molti preconizzavano che l’esperimento sarebbe fallito, invece ha avuto successo devo dire anche per la grande lungimiranza e intelligenza dei soci fondatori”.

In concomitanza con la sua fondazione, BonelliErede ebbe il privilegio di essere scelto da Slaughter and May – uno degli studi legali inglesi appartenenti al cosiddetto Magic Circle nonché consulente della Corona – per entrare a far parte, unico studio italiano, del network dei Best Friends, 5 studi primari nelle rispettive giurisdizioni che scambiano esperienze, svolgono attività di formazione comune e, ovviamente, lavorano assieme ogni qualvolta possibile: un unicum nel panorama delle law firms. 

A distanza di qualche lustro dalla fondazione, BonelliErede può contare su 573 professionisti che comprendono oltre  90 associati e 233 colleghi e colleghe che svolgono funzioni di business support distribuiti su  8 sedi italiane e estere.  BonelliErede  è stato uno dei primi studi in Italia a mutuare dall’esperienza anglosassone i contratti che da anni vengono usati per disciplinare le operazioni di M&A;   in parallelo, può contare su un novero di soci accademici che hanno spesso collaborato nel plasmare e ripensare la normativa italiana e nell’individuare soluzioni innovative in vari settori della nostra attività. 

Dai suoi uffici sono passate le più importanti operazioni finanziarie e societarie del nostro paese, come la scalata di Olivetti su Telecom, le varie operazioni che hanno interessato Alitalia, l’acquisizione di Impregilo da parte di Salini, l’acquisizione di BNL da parte di BNP Paribas, l’OPA su RCS, l’OPA su UBI, l’OPA su Cerved e moltissime altre.

A inizio 2024, accanto al nuovo Presidente, Massimiliano Danusso, BonelliErede ha nominato come managing partner una donna, Eliana Catalano, partner dal 2009, specialista di M&A e private equity, componente dei focus team Private Equity e Innovazione e Trasformazione Digitale, una delle sfide imperative dei prossimi anni. Catalano è la prima donna con questo incarico negli studi di fascia premium del nostro paese. 

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Umberto Nicodano

Quali sono i fattori che vi hanno guidati alla scelta dell’avvocato Catalano?

Abbiamo fatto una scelta di qualità, dettata dalla bravura di Eliana Catalano non solo nelle sue aree di competenza professionale ma altresì perché possiede le doti essenziali richieste per poter svolgere al meglio i compiti che le sono affidati:  capacità di convincimento, equilibrio, intuito. Saper affrontare  con pazienza ed equilibrio i problemi che man mano sorgono è dirimente. 

Per BonelliErede si tratta di proseguire nello sviluppo e recepimento delle istanze ESG che da qualche anno improntano anche la nostra attività. In ogni caso, anche senza le regole ESG, fin dai primi anni di esistenza dello studio numerose donne sono entrate a far parte della compagine sociale. Oggi le nostre socie sono circa 15. 

Colpisce che lei citi l’equilibrio e l’attitudine caratteriale (oltre al fatto che Catalano è punta di diamante nel settore M&A, portante per lo studio, ndr)…

Le law firms come BonelliErede sono macchine complesse che richiedono grandi competenze professionali e disciplina non solo organizzativa ma altresì sul piano umano. I professionisti di standing hanno spesso caratteri forti e possono fare fatica ad accettare le decisioni prese nell’interesse di tutti.A differenza di un’azienda, tra i professionisti di una law firm non esiste una vera e propria gerarchia. 

I soci cui è affidata pro tempore la gestione devono essere capaci di convincere i soci per così dire riottosi che è stata fatta la scelta giusta. Per questa ragione capacità di convincimento ed equilibrio sono tratti caratteriali fondamentali.

A cosa possiamo attribuire secondo lei il successo di BonelliErede?

A diversi fattori. In primis alla qualità del lavoro che negli anni abbiamo svolto in tutti i settori del diritto in cui operiamo. Siamo nati con tre anime precise: Sergio Erede era esperto in M&A, che è tuttora un settore portante per lo studio. Franco Bonelli seguiva in particolare il diritto societario, privatizzazioni e contenzioso, mentre il terzo socio fondatore, Aurelio Pappalardo, era uno dei massimi esperti in concorrenza, antitrust e Diritto dell’Unione Europea. 

In secondo luogo, alla scelta lungimirante fatta dai fondatori di concentrarsi sull’attività professionale contribuendo alla crescita di eccellenti professionisti senza partecipare in prima persona alla gestione, anche se nessuno avrebbe mai preso decisioni importanti contro la loro volontà.

Infine, – e torno sulla tematica affrontata più sopra – alla capacità di mediare le pulsioni di ego impetuosi con pazienza ed equilibrio e alla capacità di adattarsi e anzi a volte anticipare “trend di mercato”, sviluppando e/o potenziando practice e gruppi multidisciplinari dedicati a specifici settori. 

Le serie televisive e cinematografiche romanzano da sempre vita e vicissitudini dei grandi studi anglo americani: qui l’atmosfera è simile?

Ho letto in questi giorni che una delle law firm appartenenti al Magic Circle ha superato i 2 miliardi di euro di fatturato e una law firm americana ha superato gli 8 miliardi di dollari: parliamo di vere e proprie grandi aziende che si contendono i professionisti di punta con ingaggi milionari e che lavorano in mercati caratterizzati da dimensioni e una tensione competitiva completamente differenti dal nostro. Oserei dire che alcuni trasferimenti di professionisti che avvengono negli USA ricordano il nostro mercato calcistico.

La nostra – a confronto – è un’azienda di medie dimensioni che ha sicuramente aperto una strada nuova in Italia e che cresce grazie a un ampio spettro di competenze e a una gestione molto disciplinata: oggi il corporate continua a essere molto importante in un mondo M&A caratterizzato da una forte presenza di fondi di private equity, sono cresciuti il fiscale e il contenzioso, quest’ultimo anche grazie all’integrazione con lo studio Lombardi.

Continuiamo a occuparci fra l’altro di real estate e infrastrutture, di antitrust e di lavoro, di intellectual property e di compliance.

Che differenze ci sono, oggi, rispetto a 25 anni fa?

25 anni fa avevamo il problema di gestire il troppo lavoro che i clienti ci volevano affidare. Oggi, in un mercato profondamente mutato, ci confrontiamo con concorrenti validissimi e affrontiamo clienti giustamente molto attenti a qualità e costo del servizio. I clienti e gli incarichi vanno cercati in maniera più proattiva.  

Oggi è necessario avere antenne potenti per comprendere i grandi trend che muovono il mercato: i professionisti in questa attività sono affiancati da un dipartimento di marketing che ci aiuta molto, anche nella gestione dei canali social (importanti anche per l’attrazione dei giovani talenti) e nella elaborazione delle offerte. La differenza rispetto a 25 anni fa è immensa. La digitalizzazione tocca tutti i comparti, anche il nostro. 

Un esempio banale e riduttivo del tema: quando io ho iniziato a svolgere la professione le ricerche si facevano in biblioteca, ora è tutto digitale. 

Imperativa, la domanda sulla AI: la state usando?

La nostra controllata beLab SpA (alternative legal service provider del cui consiglio Umberto Nicodano è membro, ndr) ha appena varato il primo “cantiere” per l’utilizzo della AI, lo stiamo testando proprio in questo periodo e siamo pronti a partire. Alle tante sfide della AI si aggiunge per noi il problema di italianizzare strumenti pensati per la lingua inglese. 

Qual criticità pongono i tempi attuali?

L’attrazione dei talenti è senza dubbio una criticità. 20 anni fa i giovani laureati facevano la fila per entrare negli studi come BonelliErede. Oggi la mentalità è cambiata c’è molta maggiore attenzione alla work life balance, devi offrire possibilità di smart working, devi saper spiegare  specialmente ai giovani nei cui occhi intravvedi quello che io chiamo “il brillio da socio”,che vale la pena sacrificarsi per un obiettivo –quello di associarsi- abbastanza lontano nel tempo.. Prospettiamo anche l’estero, mandiamo i più bravi a fare esperienza fuori, offriamo il prestito d’onore per fare i master ma l’iter è sovente percepito come troppo pesante. 

Qual è l’iter classico per un giovane che entra?

Il percorso è molto chiaro: si entra come praticante, dopo due anni si dà l’esame con la prospettiva di diventare junior associate, dopo altri tre o quattro  anni senior associate, quindi managing associate. Al termine del percorso si può essere candidati alla partnership. Ci sono anche percorsi alternativi che vedono la prosecuzione del rapporto come senior lawyer o legal expert. Inoltre l’esperienza in una grande law firm apre anche possibilità importanti di continuare a svolgere l’attività professionale all’interno degli uffici legali delle aziende.

Avete frequentemente esperienze con studi esteri?

Negli anni abbiamo avuto numerose occasioni di cooperazione con molti studi esteri su pratiche rilevanti. L’ingresso nel gruppo dei Best Friends è stato per noi di grande importanza come accreditamento sui mercati internazionali. Negli anni abbiamo rafforzato i rapporti con i più importanti studi di Wall Street che non hanno sede in Italia. 

Abbiamo “soci con la valigia” che seguono America, Corea, Cina, Giappone. Incontriamo moltissimi  studi stranieri anche per un semplice confronto. Chi si reca all’estero deve essere un bravo ambasciatore che cerca di capire cosa stanno cercando i clienti, che scambia esperienze con i colleghi anche in maniera conviviale. In questo modo, se una grande azienda deve fare un’operazione in Italia il riferimento a BonelliErede avviene in maniera spontanea e automatica. 



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