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Natale 2023: ecco la workation, le ferie 2.0

Natale 2023: ecco la workation, le ferie 2.0

Anche a Natale gli italiani scelgono di alternare i giorni di festa a giornate lavorative, purché lontano dall’ufficio. Sono sempre di più, infatti, i lavoratori che prediligono la modalità workation dai luoghi di villeggiatura o dalle proprie città d’origine, alternando le ore di lavoro a momenti di relax da trascorrere con i propri cari. 

Nonostante il termine sia stato introdotto solo di recente all’interno delle aziende, questo trend è in realtà già stato adottato da diversi anni, soprattutto dai liberi professionisti e, in particolar modo, dai nomadi digitali sempre più in crescita grazie alla maggior flessibilità data dalle professioni prettamente digitali. Ma cosa significa nello specifico “workation”, come e perché implementarlo nelle aziende e, soprattutto, che benefici apporta al personale e alle imprese stesse?

Workation combina due situazioni diverse e persino tradizionalmente incompatibili. Da una parte, work o lavoro e dall’altra vacation, o ferie. Rappresenta quindi la combinazione di entrambi: permette di lavorare mentre si è in vacanza e, allo stesso tempo, di essere in vacanza mentre si portano avanti compiti relativamente leggeri, approcciandosi al lavoro da remoto in modo ancora più consapevole grazie a un uso intelligente della tecnologia. 

Implementare un sistema di workation significa poter svolgere determinate mansioni fuori dall’ufficio, volendo anche dall’estero, con la consapevolezza di avere un carico di lavoro minimo tale da permetterci di combinare tempo libero e obblighi entro un periodo temporale prestabilito”, spiega Arianna Lamera, Talent Acquisition & People Business Partner di Factorial, la piattaforma di gestione automatizzata delle Risorse Umane che supporta aziende e PMI nei processi HR.

Si tratta di una modalità di smart-working che crescerà sempre più nel prossimo futuro e che, come spiega Factorial, si caratterizza per una serie di benefici concreti ed evidenti già nel breve periodo sia per i dipendenti che per l’azienda stessa. 

  • Massimizza la motivazione del lavoratore senza diminuire le prestazioni dell’azienda: molte realtà a seconda del periodo dell’anno, subiscono delle importanti oscillazioni in termini di business, per esempio durante le pause estive o proprio durante le vacanze di Natale, dove si registra inevitabilmente un rallentamento dell’attività. In questo caso, permettere ai propri dipendenti un periodo di workation può aiutare a incrementare la loro motivazione senza necessariamente impattare, negativamente, sulle prestazioni dell’azienda stessa.
  • Consente ai dipendenti di prolungare periodi di riposo, con conseguenti risultati positivi anche sulle performance: allontanarsi temporaneamente dal ritmo frenetico della città e dalla propria, a volte stressante, routine, ha inevitabilmente un impatto molto positivo sul nostro benessere fisico e mentale. Grazie alla workation, è possibile che il dipendente prolunghi la sua permanenza nei luoghi di villeggiatura poiché, anche se ha ripreso a lavorare, continuerà a sentire gli effetti positivi del trovarsi lontano da casa. Uno stato mentale, ma non solo, i cui effetti benefici impattano anche sulla qualità del suo lavoro.
  • Incoraggia la creatività del singolo per la collettività: cambiare per un periodo aria e ambiente circostante aiuta sicuramente a vedere le cose da una prospettiva diversa, stimolando l’ideazione e la messa a terra di nuove potenziali iniziative utili a migliorare anche le proprie prestazioni lavorative. Inoltre, periodi di workation possono favorire un maggiore equilibrio della vita personale e professionale in un ambiente diverso, capace di fornire anche nuovi spunti di riflessione.

  • La workation come fattore di talent retention e attraction: un argomento di discussione interno al settore HR è proprio l’importanza dell’attrarre o del trattenere i talenti all’interno dell’azienda, rimanendo quindi competitivi sul mercato del lavoro. In tal senso, sono molteplici le iniziative che possono essere implementate, come ad esempio garantire percorsi di formazione, un riconoscimento e una compensazione che siano equi e meritocratici. In questo scenario, la workation può essere giocare un ruolo determinante, in quanto la possibilità di permettere ai dipendenti un periodo di lavoro, più o meno circoscritto, in luoghi di villeggiatura e lontano dall’ufficio, può influenzare significativamente la decisione di una persona di entrare o di rimanere nell’azienda.

“L’introduzione o l’implementazione di soluzioni di questo tipo sono direttamente collegate al concetto di comfort che è importante garantire ai propri dipendenti: poter sfruttare periodi meno intensi alternando il lavoro a momenti di relax porta senza dubbio a un miglioramento del nostro benessere mentale, riducendo lo stress associato al lavoro – conclude Lamera – Per questo motivo la workation è una modalità di lavoro che, nel prossimo futuro, si consoliderà ulteriormente e rappresenterà la risposta ideale per conciliare con maggior facilità vita professionale e personale, apportando di conseguenza anche benefici all’azienda stessa, in termini di risultati e performance”.

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