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Caso Calvin Klein: chi vede perversione, non conosce Platone. 

Caso Calvin Klein: chi vede perversione, non conosce Platone.

Ancora viva è la discussione per la recente pubblicità di Calvin Klein, censurata per la protagonista femminile, FKA Twigs, rea di mostrarsi nella sua atletica bellezza mentre la camicia le scivola lasciando scoperto il corpo per metà. Al contrario, il collega Jeremy Allen White volteggia sui cieli di New York con un parigamba bianco,  inquadrato con insistenza nelle parti anatomiche, senza destare alcun furore censoreo.

La nudità reca offesa? La Advertising Standards Authority avrebbe raccolto le lamentele di molti spettatori che ritenevano l’immagine offensiva e degradante.  Le immagini sono state definite “volgari” e “sessiste”. 

Francesco Gallo Mazzeo, storico e critico d’arte, studioso dei codici dei linguaggi inventivi delle arti visive, dell’architettura, del design e della moda, ci stimola alla riflessione sul senso della bellezza e su questa parola, offesa, riferita a una nudità scevra da volgarità, anzi, atletica e con morfologia statuaria.

La cultura di massa nella società della spettacolarizzazione, deve creare stimoli sempre nuovi per attrarre consensi. Questo coinvolge le istintualità sempre più basse e immediate: tutto il mondo della pubblicità, la cultura dei media attuali, è fondato su stimoli di appetibilità morbosa“.

La bellezza è equilibrio, la perversione sta al suo opposto

Chi vede perversione in un corpo nudo esposto non conosce forse Platone, la cultura greca che ha dato vita al concetto stesso di bellezza.

Il senso della bellezza non è endemico, è antropologico, risale all’umanità greco romana.  La bellezza è simmetria, misura, ritmo.
È il recupero della centralità, a fronte degli eccessi e della perdita di coscienza di quello che Freud e Jung chiamano Es –prosegue lo studioso-  Ovvero la pulsione estrema, Bacchica, Dionisiaca.  
Il senso della bellezza come misura nasce con Socrate e Platone, non lo ritroviamo nelle culture precolombiane, asiatiche, africane“.

Dall’estremo del mito alla ragione della misura. Il paradosso della polemica su Calvin Klein

Calvin Klein

Nel mito, vince l’estremo, come esemplifica Gallo Mazzeo parlando del caso Agamennone. “Gli dei nel mito azionavano la vita in maniera occulta. Come Venere che in sogno, durante la notte, ispira Agamennone a levare ad Achille la schiava Briseide  per cambiare le sorti della guerra di Troia. 

In merito al caso della pubblicità Calvin Klein, posso dire che è un paradosso: la contemplazione del bello, nella società della manipolazione e della perversione, suscita scandalo. 
Il porno ad esempio è pulsione di morte: in esso non c’è nulla di concettuale, di spirituale, è ricezione meccanica che non poggia sull’apprezzamento ma sullo sfruttamento del corpo“.

La contemplazione della bellezza non può recare offesa alla serenità

La contemplazione della bellezza non provoca istinti. Quando guardi il Discobolo di Mirone o la Venere di Milo sei scevro da istinti sessuali” prosegue lo studioso, facendoci capire che la perversione, l’offesa esulano dalla impostazione classica del nudo, dal pensiero di Platone,  di Socrate, dallo spirito delle polis. 

La fotografia pubblicitaria è all’opposto dell’icona di tipo contemplativo. Il nostro tempo si caratterizza per una profonda distorsione dei valori in cui per cui il bene rimane nascosto e il male si propone come tale”. Secondo Gallo Mazzeo la società di massa attrae il consumatore governando i suoi istinti. 

Il paradosso del bello che diventa perversione mentre il porno è la normalità

 “L’uso distorto della pubblicità nella comunicazione  porta alla disarmonia, alla perdita dell’equilibrio che i classici chiamano Bellezza. C’è una atrofizzazione del buono, del bello, che lasciano spazio alla ipertrofia del sublime, istintualmente portato alla degenerazione. Il sistema dell’economia moderna si basa sulla sollecitazione di appetiti e la moda ha tanta parte in questo processo. La decisione di comprare viene indotta in modo subliminale. La lusinga estetica ha sempre una parte importante in questo processo”. 

Dito puntato sulla moda? “Il sistema della moda non si riduce all’abbigliamento, al trucco, agli accessori. Si riferisce all’intero schema dell’economia moderna: ogni giorno bisogna solleticare appetiti, in modo subliminale, per indurre all’acquisto. Cosa diversa è l’Alta moda, quella che segna l’orizzonte del linguaggio estetico e lo eleva”. 

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