Nobel 2025 per la Medicina: malattie autoimmuni e cellule “sentinella”
Le luci della ribalta sono stati puntate quest’anno su Mary E. Brunkow, Fred Ramsdell e Shimon Sakaguchi, i tre scienziati che hanno scoperto le cellule «sentinella» del sistema immunitario e come controllarlo, aggiudicandosi il Nobel 2025 per la Medicina.
«Le loro scoperte sono state decisive per comprendere il funzionamento del sistema immunitario e perché non tutti sviluppiamo gravi malattie autoimmuni», ci tiene a sottolineare Olle Kämpe, Presidente del Comitato per il Nobel.
L’anno che volge al termine si chiude, del reato, con una consapevolezza: il sistema immunitario del corpo umano è si grandioso e potente ma va protetto, “alimentato” e soprattutto regolato onde evitare che possa finire con l’attaccare i nostri stessi organi. Ebbene si! Avete capito perfettamente.
Grazie ai Premi Nobel Mary E. Brunkow, Fred Ramsdell e Shimon Sakaguchi, scoperte rivoluzionarie ci parlano oggi della tolleranza immunologica periferica, che impedisce al sistema immunitario di danneggiare l’organismo.
Tale sistema rappresenta il nostro scudo di protezione contro migliaia di microbi diversi che cercano ogni giorno di invadere l’ organismo umano mimetizzandosi con le nostre cellule. Una vera e propria lotta intestina a cui il sistema immunitario risponde da un lato combattendo e dall’altro difendendo.
Ma a questa punto, qual è la scoperta di cui tanto si parla?
I tre scienziati Premi Nobel 2025 hanno identificato le cellule T regolatrici, ossia le cellule «sentinelle» o Treg che fungono da “guardiani” impedendo al sistema stesso di attaccare i tessuti sani.
Se Mary Brunkow, dell’Università di Princeton, e Fred Ramsdell, dell’Università della California, fecero già nel 2001 una scoperta fondamentale partendo dallo studio di uno specifico ceppo di topi, è solo nel 2003 che con Shimon Sakaguchi si arriva a una svolta decisiva per poi approdare nel 2025 alle ricerche dei tre scienziati finalmente insieme al timone.
Mary Brunkow e Fred Ramsdell hanno condotto scoperte eccezionali sulla genesi delle malattie autoimmuni spiegando per la prima volta nella storia (2001) come mai uno specifico ceppo di topi – definiti “scurfy”, squamosi – fosse particolarmente vulnerabile proprio alle malattie autoimmuni. I topi di questa varietà presentavano la mutazione del gene chiamato “Foxp3” capace, nell’equivalente umano, di provocare l’IPEX, sindrome che causa a sua volta la disfunzione di diverse ghiandole endocrine oltre al grave malfunzionamento dell’intestino e a seri problemi della cute.
Due anni più tardi fu la volta di Shimon Sakaguchi che però già nel 1995 aveva avuto una magnifica intuizione del tutto contro corrente. All’epoca, infatti, molti ricercatori erano convinti che la tolleranza immunitaria si sviluppasse solo e soltanto a causa dell’eliminazione di cellule immunitarie potenzialmente dannose nel timo, l’organo dove maturano e si selezionano i linfociti.
Sakaguchi – Professore Emerito presso l’Immunology Frontier Research Center dell’Università di Osaka in Giappone, lavorò senza sosta per dimostrare invece che il sistema immunitario è ben più complesso. Alla fine nel 2003, collegando i vari tasselli anche grazie alle ricerche precedenti di Brunkow e Ramsdell, scoprì che il gene Foxp3 controlla lo sviluppo delle cellule T regolatrici, assicurando che il nostro sistema immunitario tolleri i nostri stessi tessuti.
In pratica queste cellule T hanno un ruolo centrale nella storia del Nobel per la Medicina 2025 e non solo. Le cellule T helper pattugliano costantemente il corpo umano e, se individuano un invasore, allertano altre cellule immunitarie, organizzando attacchi mirati mentre le cellule T killer eliminano le cellule che sono state infettate o da un virus o da patogeni, e combattono le cellule tumorali.
A cosa portano dunque le recenti scoperte? Sicuramente a nuovi percorsi nello sviluppo di trattamenti medici per il cancro e le malattie autoimmuni, con possibili trapianti ben più efficaci di quanto accada al momento. Basti pensare che già molto di questi trattamenti sono in fase di sperimentazione clinica facendo della Medicina, ancora una volta, un universo parallelo di studi concreti e ricerche continue capaci di alimentare speranze potenti per un futuro migliore e più sano dell’umanità tutta.